Memoria della guerra nelle fonti orali e scritte

Ott 23

Memoria della guerra nelle fonti orali e scritte

La non –recensione di questa settimana è dedicata a un libro cui ho partecipato anch’io, e spero perdonerete la mia impertinenza.

Si tratta della miscellanea, curata da Serenella Baggio, docente dell’Università di Trento in Storia della lingua italiana, intitolata Memoria della guerra. Fonti scritte e orali al servizio della storia e della linguistica, Trento, Università degli studi, 2016 (Labirinti,161).

Uscita in luglio, è stata già presentata in diversi incontri accademici, e comincia a essere conosciuta anche grazie a brevi interviste  rilasciate dalla curatrice stessa.

L’impressione che la miscellanea mi ha dato, quando ho potuto leggere tutte le relazioni, è stata quella di un libro ‘aperto’ alle tante suggestioni portate dalle diverse tipologie di fonti, orali e scritte, tutte utilizzate per far ‘uscire’ le parole, scritte, dette e cantate di coloro che hanno vissuto questa tremenda esperienza. E che non sono parole a caso, ma parole scelte per esprimere un disagio, un dolore, la nostalgia, la paura. Da qui, l’importanza di ascoltarle e capirle.

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Azione 24 per le biblioteche scolastiche. Intervista con Gino Roncaglia

Ott 16

Azione 24 per le biblioteche scolastiche. Intervista con Gino Roncaglia

Vi presento Gino Roncaglia

Filosofo di formazione, è professore associato di archivistica, bibliografia e biblioteconomia presso l’Università della Tuscia. Da anni divide i suoi interessi fra la storia della logica e l’informatica per le scienze umane. L’attività universitaria si combina anche con la partecipazione alla progettazione di trasmissioni televisive e di pubblicazioni indirizzate a una maggiore conoscenza dell’informatica per le scienze umane e in generale per le nuove forme di media culturali. Ha fatto parte del Comitato Biblioteche e Istituti culturali del Ministero dei beni culturali e ha collaborato con il MIUR su alcune delle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale.

ginoroncagliaDopo esserti dimesso con l’intero Comitato Biblioteche e Istituti culturali del Ministero dei beni culturali, il MIBACT, per un profondo disaccordo con alcuni aspetti della politica portata avanti dal Governo in ambito bibliotecario, hai avviato mi pare una ben più proficua collaborazione con il MIUR, Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dedicandoti alle biblioteche scolastiche innovative nella definizione dell’azione 24 del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD). Potresti spiegarci di che cosa si tratta?

L’azione 24 del PNSD credo sia una delle iniziative più valide ed interessanti nate nel contesto della controversa legge sulla ‘Buona Scuola’: innanzitutto, non si propone solo l’acquisizione delle tecnologie senza tener conto delle infrastrutture, delle competenze, delle metodologie didattiche e in generale dell’ambiente scolastico e di chi lo frequenta, come purtroppo era spesso capitato in passato, ma al contrario, tiene conto di tutti questi elementi, compreso l’aspetto fondamentale rappresentato dalla formazione degli insegnanti. È finalmente un progetto che si cala nella realtà concreta, sforzandosi di valutare ogni aspetto di questa, dai contenuti alle forme di apprendimento.

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Un ricordo piccolo di Alfredo Lacosegliaz

Ott 02

Un ricordo piccolo di Alfredo Lacosegliaz

È piccolo perché è il mio, che sono una cosarella, è piccolo perché la nostra era una conoscenza molto superficiale, è piccolo perché la nostra conoscenza è durata molto poco.

Ma – e Alfredo di questo non riusciva a capacitarsi – a me quel suo spettacolo insieme a Cristina Verità, ascoltato a Dresda, del tutto casualmente, mi era rimasto nel cuore: “Terra più eterna di vita dell’uomo, in prestito data per farne buon uso. Frontiera Confine Identità” (una prima prova per quello che sarebbe diventato lo spettacolo Multikulti). Così come mi avevano colpito la loro passione e i loro sorrisi. La loro enorme generosità.453_17626max

Ho tentato di portare quello spettacolo nella mia città perché volevo condividerlo con i ragazzi giovani, ma, lo sapete, non ho gli agganci giusti. E comunque non sapevo ancora che Alfredo era malato.

Le sue lettere erano piene di entusiasmo e di idee, e di sorrisi. ‘Allora veniamo noi a Trieste’, gli dissi, e così fu.

Nel frattempo, ho saputo della sua malattia, ma lui e sua moglie ci hanno ugualmente accolto e sorriso. Abbiamo parlato di musica, di poesia, di città, di ragazzi. E’ stato un pomeriggio di grande emozione per me e per mio figlio.

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Le biblioteche scolastiche. Intervista con Alessandra Carrara

Set 25

Le biblioteche scolastiche. Intervista con Alessandra Carrara

Vi presento Alessandra Carrara

Bibliotecaria da 20 anni presso l’Istituto comprensivo Bolzano 6 (Scuola secondaria di primo grado “Ugo Foscolo”e  scuola primaria  “Alessandro Manzoni”), è il faro e il punto di riferimento di ogni insegnante e di ogni studente, non solo per la sua umana simpatia, ma anche per la sua effervescenza nel proporre, aggiornare, stimolare e soprattutto concretizzare un notevole numero di progetti legati ai libri.

 

alessandraL’Alto Adige è un’isola felice per le biblioteche scolastiche, grazie alla legge entrata in vigore oltre vent’anni fa. Qual è la situazione ora, dopo tanti anni?

La situazione è senz’altro positiva: avere una normativa che regola l’attività di una biblioteca in ambito scolastico ha fatto sì che le biblioteche si sviluppassero sino a fungere da centro informativo della scuola, a supporto dell’attività didattica, ma anche permesso di creare le premesse per fare degli alunni dei fruitori di biblioteche. Inutile dire che potrebbero essere fatti ulteriori miglioramenti. Solo per fare un esempio: è vero che ci sono le biblioteche scolastiche ma i bibliotecari sono pochi, non tutte le scuole hanno una biblioteca e un bibliotecario, spesso un bibliotecario è in servizio su  più sedi, a volte è coadiuvato da insegnanti distaccati o volenterosi, o personale amministrativo della scuola. Insomma, la situazione è ancora molto fluida.

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A scuola! Le voci dei bambini

Set 18

A scuola! Le voci dei bambini

«Cara mamma, ieri mi è arrivato il bel libro che voi, sempre buona con me, mi avete mandato. Ne lessi già qualche pagina, ma è veramente bello. Io studio con amore, e quando sento di far fatica, allora penso a voi mia dolce e buona mamma e mi faccio animo».

Cominciano le lezioni a scuola. La maggior parte dei bambini e dei ragazzi (specie da una certa età in poi…) non è proprio entusiasta del ritorno in classe, anche se poi tutti trovano il lato positivo, o almeno una forma di equilibrio, se vogliono arrivare fino a giugno in uno stato psicofisico discreto. E il piccolo Vittorio, nel 1907, scrive alla mamma che sarà il pensiero di lei e il libretto avuto in dono a dargli la forza di affrontare la fatica.

memoriecurioseÈ difficile trovare i testi dei bambini vissuti nei secoli precedenti all’Otto-Novecento: non erano considerati importanti, degni di essere conservati. Ciò che si è salvato si deve alla casualità o all’importanza della famiglia cui si apparteneva, o alla
straordinarietà con cui alcuni bambini erano capaci
di esprimersi, come nel caso di Antonio Stefano Cartari, che, a dire il vero, apparteneva a una famiglia di censo elevato di Roma ed aveva anche una grande padronanza delle sue capacità scrittorie e non solo, se a soli 11 anni poté cominciare a scrivere le sue Memorie curiose, annotando tutto ciò che vedeva e ascoltava intorno a lui.

A scuola si imparavano le buone maniere, a recitare le preghiere nel corso della giornata, e anche a leggere e a scrivere.

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L’estate sta finendo… e il blog riprende i lavori

Set 11

L’estate sta finendo… e il blog riprende i lavori

Care amiche e cari amici,

bentrovati!

Molti riprendono a lavorare dopo le meritate ferie, le scuole tornano ad aprirsi … io, come molti, non ho mai smesso di produrre, anche durante le meritate ma brevissime ferie (la dura vita dei liberi professionisti), ma di certo è questo il periodo in cui alcuni dei progetti su cui ho lavorato nei mesi estivi, si concretizzano.

Ho pensato, così, che il primo post della stagione autunno-inverno potesse avere un’aria interlocutoria per dare spazio ad alcune delle prossime iniziative.

Non  posso che cominciare annunciando il nuovo corso per adulti che si terrà ogni lunedì, alle ore 17,45, a Trento dal 19 settembre al 24 ottobre. Dopo il successo incontrato con l’edizione primaverile e le ulteriori richieste che erano rimaste in sospeso, si è deciso di ripetere, con variazioni sul tema, il percorso tra Museo, Archivio e Biblioteca diocesani: Sopra le righe. Per una storia del libro dal Medioevo ai giorni nostri.

Ci sono ancora deTrento end of May 2016 3793i posti liberi, coraggio amici! Avete tutta la settimana per iscrivervi e venire a chiacchierare con me alla scoperta di storie e personaggi interessanti.

 

Per restare in zona Archivio e Biblioteca diocesani, le scuole quest’anno potranno scegliere nell’offerta didattica del Centro Vigilianum, due rinnovati percorsi, rispetto a quelli dello scorso anno. Oltre ai laboratori sui profughi (Voci di pace. Sacerdoti e profughi trentini della prima guerra mondiale) e sui protagonisti dei libri dal medioevo a oggi (Voltiamo pagina! Storia intorno ai libri della Biblioteca diocesana), gli insegnanti potranno portare i loro scolari e studenti a seguire l’incontro sugli antenati, riscoperti grazie ai registri parrocchiali (Alla scoperta degli antenati. Personaggi, famiglie e mestieri nella storia trentina) e quello sui libri di scuola (Leggere, scrivere e fare di conto. Libri e scolari nella storia della scuola). Un terzo percorso partirà da gennaio e sarà dedicato alle mille scritture dell’archivio…

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Letture per l’estate: Epepé di Ferenc Karinthy

Lug 24

Letture per l’estate: Epepé di Ferenc Karinthy

Nella migliore delle tradizioni, l’ultimo post dell’estate è dedicato a un libro da leggere in attesa delle nuove storie e delle nuove interviste. È ormai inutile che ricordi a voi lettori che le mie sono recensioni finte, ma rappresentano solo un modo per condividere letture coinvolgenti, interessanti e strane.

Ecco, questa proprio non posso fare a meno di raccontarvela. Ero lì che chiacchieravo con un amico e lui mi dice devi leggere assolutamente Epepe, o Bebe o chissà come…

E io, sciocca che insistevo a chiedere il titolo esatto, e lui, sempre, ‘ah, vedrai..’

E ho visto. Anzi, ho letto un libro bellissimo, troppo coinvolgente per cadere nell’angoscia che pure sembra provocare, troppo affascinante per permettere di lasciarlo di colpo, con la schiena sudata dallo straniamento cui potrebbe condurre.

Un linguista ungherese, il professor Budai, deve andare a Helsinki per tenere una relazione al congresso di linguistica. All’aeroporto di Budapest sbaglia uscita, sale su un volo diretto altrove, e scende in un luogo ignoto: si accorge di non essere a Helsinki solo quando arriva in città.

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