Massimo Carlotto e i suoi lettori. Intervista

Ago 08

Massimo Carlotto e i suoi lettori. Intervista

Zagor era il suo nome d’arte. Di meglio non gli era venuto in mente quando la produzione del primo film gli aveva fatto notare che chiamarsi Bonamente Fanzago era una pessima idea, almeno nel porno. […] In realtà, chiamarsi Bonamente Fanzago era una pessima idea anche nella vita. Il padre, ma solo al compimento del decimo anno, gli aveva chiesto scusa.

È così che Massimo Carlotto introduce uno dei personaggi nel suo ultimo romanzo, ‘La signora del martedì’. «Bonamente è un nome fuori dal comune. Non ci avrei mai pensato se, durante la presentazione di un mio romanzo, un signore non fosse venuto a chiedermi di firmare la sua copia da dedicare a Bonamente. A sentirlo non riuscii a evitare uno sguardo sorpreso e così mi raccontò della sua vita con questo nome, e anche di suo padre, che, quando lui compì 10 anni, gli aveva chiesto scusa. A quel punto gli chiesi il permesso di usare questa storia in uno dei miei romanzi. E così ho fatto».

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Dai, leggi un buon libro…

Apr 18

Dai, leggi un buon libro…

Serve un ‘buon libro’ – più d’uno – per avere un po’ di sollievo a questa forzata astinenza dalla socialità, lo dicono tutti. Che sia buono il libro, rassegnatevi, lo scoprirete solo dopo averlo letto. Fin dal primo momento molti librai, anche in Trentino, hanno organizzato un servizio di consegna a domicilio e ora che hanno dovuto chiudere i negozi utilizzano le loro pagine facebook per mantenere i contatti con gli affezionatissimi clienti. Tra i tanti settori che sono in crisi, quello del libro e dell’editoria è in ginocchio perché in difficoltà già in partenza. Il 60% delle case editrici ha già attivato la cassa integrazione o la sta programmando. È per questo che è importante apprezzare ogni gesto da parte di librai, bibliotecari, editori e professionisti del patrimonio librario, molti dei quali stanno mettendo a disposizione le loro competenze del tutto gratuitamente (è l’emergenza, d’accordo, ma ricordatevi che non è giusto).

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Chi ha davvero paura, ora?

Nov 15

Chi ha davvero paura, ora?

La paura è con noi ogni giorno.

Assume varie forme ed è sollecitata da diverse motivazioni.

Che cos’è che fa paura? L’ignoto di domani, nel senso letterale del termine. Diamo per scontato che domani sarà il solito domani, ma non è detto che sarà così. Il ‘solito’: che cosa si intende per ‘solito’? Ogni giorno ci offre qualcosa di nuovo, a cominciare dal nuovo giorno. Non tutti ne hanno paura, per ottimismo o perché semplicemente non si ha consapevolezza dell’opportunità che ci viene offerta di ricominciare. Si ha paura di ciò che non si conosce, di quello che si avverte diverso da noi (da ciò che noi crediamo di essere), di quello che sappiamo di non poter controllare. Qualcuno ha paura della propria ombra, dice il Dizionario tra gli esempi dei modi di dire.

Si ha paura anche quando si percepisce che cosa potrebbe accadere se si permettesse un cambiamento. In questo caso, dallo stato emotivo si passa alla strategia della paura altrui e alla lotta contro la propria.

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A nostra insaputa

Ott 06

A nostra insaputa

Qualche anno fa ho scoperto come la creatività sia di ognuno di noi. Ne ho già scritto su questo blog, ma oggi la mia ‘presa di coscienza condivisa’ esce anche sul quotidiano Il Trentino e così ho pensato di rilanciare la riflessione anche su questi schermi.

Creatività: “Capacità di creare con l’intelletto, con la fantasia”. Quando si pensa a un creativo viene naturale riferirsi ad artisti, a scrittori, a persone con un ‘dono’, capaci di creare oggetti, storie o forme artistiche che non tutti possono realizzare. Eppure, moltissimi di noi sono dei ‘creativi’ senza saperlo. Per dire, basta osservarsi mentre si legge.

Quando apriamo un libro, o un giornale, creiamo le condizioni grazie alle quali il nostro corpo è pronto ad accogliere ciò che stiamo per leggere. Più o meno consapevolmente scegliamo la posizione più comoda e rilassante, quella che ci disponga a una produttiva concentrazione, o allo studio ed eventualmente alla necessità di prendere appunti. C’è chi si siede alla scrivania, chi sulla poltrona, chi si ferma in piedi davanti alla libreria e nell’indecisione di quale libro scegliere, li legge sul posto, non riuscendo a spiegarsi un certo fastidio alla schiena. C’è chi si sdraia sul letto, chi comincia seduto e finisce, non si sa bene come, sul tappeto con le gambe appoggiate alla parete.

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Facciamoci una domanda. O due…

Giu 23

Facciamoci una domanda. O due…

Ieri mi sono comportata male nel cosmo.

Ho passato tutto il giorno senza fare domande,

senza stupirmi di niente.

Ho svolto attività quotidiane,

come se ciò fosse tutto il dovuto.

(da Wisława Szymborska, Disattenzione)

Quando avvio i miei corsi, i primi obiettivi che dichiaro di voler raggiungere insieme ai giovani studenti sono due, per cominciare. Poiché devo insegnare loro i fondamenti della codicologia, quindi di una disciplina che si occupa di epoche e di libri antichi, la prima questione da affrontare è la conoscenza e l’uso delle fonti storiche.

Per comprendere come scegliere e interpretare le fonti che potrebbero essere utili alla nostra ricerca, è importante imparare a interrogarle. Ed è vitale imparare a fare domande, a farsi domande per sapere che cosa cercare.

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