Giocare con le parole a S. Cataldo

Ott 28

Di nuovo S. Cataldo?! Mi direte. Certo che sì! Dico io.

Se una relazione, un’amicizia, uno scambio prosegue anche dopo un ‘semplice’ incontro sulla storia della scrittura, non può che far bene al cuore e alla mente. Ed è anche la dimostrazione che parlare di storia e di scrittura muove emozioni e idee.

All’incontro di maggio con la maestra Ninfa Quattrocchi e le quarte elementari del 2° Circolo didattico di S. Cataldo (Caltanissetta) ci siamo divertiti tutti moltissimo, e così, dopo, maestra e bambini mi hanno chiesto di collaborare con loro a un progetto sulle parole…

Ed eccolo qua! Dopo un anno intero a lavorare su limerick e non-sense, i bambini delle quarte hanno inventato, composto, elaborato dei bellissimi giochi di parole che poi sono stati pubblicati in un libretto intitolato “Giocare con le parole”.

Con molto orgoglio ho partecipato anch’io con uno scrittino che loro hanno voluto mettere come presentazione. Per me, vi assicuro, è stato un onore, un grandissimo onore.

E poi, la verità è che adoro giocare con le parole, e con i loro suoni: è uno dei divertimenti più stuzzicanti per me. Giocare insieme a questi vivacissimi bambini e alla loro straordinaria maestra, mi ha dato un gusto ancora più grande.

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L’invenzione di Kuta a S. Cataldo

Mag 26

Mercoledì 23 maggio sono stata a S. Cataldo, nel cuore della Sicilia, in provincia di Caltanissetta. La maestra Ninfa mi ha accolto al mattino con alcune classi di quarta della scuola elementare del paese. Ninfa ha letto L’Invenzione di Kuta. La storia della scrittura e del libro manoscritto, che ho scritto insieme a Roberto Piumini (Carthusia, 2009) e ha voluto che raccontassi ai suoi bambini i modi e i segni che l’uomo ha sperimentato nel tempo per esprimersi e per comunicare.

Davanti a una esigente ma simpaticissima platea di bambinelli attenti, mi sono esibita nel racconto dell’uomo che cerca il materiale giusto per i suoi messaggi: argilla, papiro, pergamena ma anche pietre, sabbia, pelle del corpo, ossi, cortecce… I bambini hanno scoperto come ogni libro abbia una forma diversa a seconda dell’uso, del lettore o del testo: un libro a forma di cuore quale testo potrà mai contenere?

Il momento più interessante è sempre quello in cui racconto chi sapeva scrivere e come imparava a farlo. I bambini scoprono quanta fatica e determinazione ci fosse dietro molte scritture, specie quelle delle persone che appartenevano ai ceti popolari. Su certi documenti appaiono scritture a zampe di gallina e con moltissimi errori, alcuni li fanno ridere, ma poi tutti tornano seri quando sanno che quegli errori erano fatti da uomini e donne che pur di esserci, pur di partecipare imparavano solo a firmare, o a scrivere solo alcune frasi, utili per il loro lavoro, o a scrivere senza essere andati a scuola, ascoltandosi parlare. Scoprono che le donne venivano tenute lontane dalla cultura ma che in tante cercavano di imparare da sole.

I bambini di S. Cataldo mi hanno fatto moltissime domande: questo è un argomento che li ha decisamente incuriositi. A me piace quando accade così, perché aldilà delle storie che racconto, voglio che si rendano conto della ricchezza e dei talenti che posseggono. Loro che, come noi, vivono in un mondo scritto.

La maestra Ninfa e le sue colleghe sono molto preparate e piene di entusiasmo, nelle loro mani quei bambini cresceranno curiosi e pieni di voglia di capire. Il 23 maggio è stato l’anniversario dei vent’anni della strage di Capaci. Molti bambini mancavano all’incontro perché erano con il coro ad esercitarsi per il concerto in commemorazione. Noi non abbiamo esplicitamente ricordato Falcone, sua moglie e i suoi uomini, ma mi piace pensare che l’incontro abbia comunque contribuito a un progetto, che riguarda tutti, non solo i bambini di S. Cataldo e della Sicilia, di scambio e di crescita culturale che aiuti tutti i bambini e i ragazzi a crescere consapevoli di sè e delle proprie potenzialità, nonostante tutto.

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