Dall’inizio di quest’anno, oltre che con il laboratorio sulle Voci di pace, la collaborazione con le istituzioni culturali della Curia trentina prevede anche un laboratorio con la Biblioteca diocesana.
Questa biblioteca conserva un ricco patrimonio librario antico, costituito da manoscritti, medievali e moderni, e libri a stampa, con preziosi esempi dalle origini della nuova invenzione fino a oggi.
Per le classi che si sono iscritte al laboratorio, ho voluto proporre un percorso che valorizzasse sicuramente i libri rari, ma soprattutto le persone che di loro si sono occupati: copisti, tipografi, e anche editori, librai e naturalmente bibliotecari. Attraverso la scoperta delle loro storie, è mia intenzione far conoscere anche l’evoluzione di certe professioni nel tempo, fino all’oggi, per dare un senso più profondo ai libri che ogni giorno abbiamo tra le mani.
La maggior parte dei ragazzi che ho finora incontrato sono dei buoni lettori e non è stato difficile trascinarli alla scoperta di quanti legami hanno i libri antichi con i nostri, ma anche di quanto quelli siano speciali.
E non vi dico quello che succede ogni volta che arriviamo a parlare dei libri proibiti! Ecco che scoprono che ne esistono ancora, di liste di libri proibiti, e si indignano e si chiedono, e restano stupiti di fronte alle storie antiche, ma anche a quelle moderne, di coloro che grazie ai libri volevano diffondere idee difficili e diverse che spesso, molto spesso, venivano osteggiati con tutti i mezzi.
Non c’è mai alcunché di casuale in un libro, e alle sue dimensioni, forme e scritture si possono attribuire motivazioni e obiettivi che autori e artigiani si ponevano prima di mettere un testo sul mercato che, come oggi, determinava le decisioni di coloro che all’allestimento di quel volume partecipavano.
Durante questi incontri si possono osservano fatture, differenze, analogie tra libri antichi e moderni per ritrovare quelle motivazioni, e soprattutto, i ragazzi hanno l’occasione di vedere da vicino alcuni dei libri più preziosi e antichi della biblioteca e anche di fare qualche esperimento, per esempio con i caratteri di legno e di metallo che vengono messi a loro disposizione.
Dai manoscritti agli incunaboli, alle cinquecentine e poi sempre più avanti nel tempo fino ai giorni nostri, ecco che di fronte a loro scorrono tetragrammi e note quadrate, fogli di pergamena e carta, caratteri gotici e rotondi, miniature e illustrazioni. Ascoltano le storie dei sobri libri settecenteschi e ottocenteschi, quelle delle parole in liberà futuriste e del libro bullonato di Depero fino al racconto conclusivo sui libri tattili di Munari.
Un assaggio, è solo un assaggio, lo so, eppure quante domande, quanta curiosità, e chissà che qualcuno non si ricordi poi, con un libro di scuola in mano o con un bel racconto per il proprio piacere, che può scoprire i nomi delle molte persone che hanno reso possibile questo suo momento di divertimento e di crescita, e perché no, magari mandar loro un pensiero di ringraziamento.
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