Voci di pace. Un laboratorio sulla Prima guerra

Feb 21

Voci di pace. Un laboratorio sulla Prima guerra

Voci di pace. Sacerdoti e profughi trentini della prima guerra mondiale.

E’ questo il titolo del percorso che da quest’anno conduco presso l’Archivio Diocesano Tridentino di Trento. L’idea è nata dal desiderio di partecipare alle manifestazioni dedicate al centenario della Grande Guerra, proponendo altre voci e nuove testimonianze rispetto a quelle già note.

La scelta è stata quella di valorizzare in particolare il “Fondo profughi Prima Guerra”, un fondo ancora poco studiato, nel quale sono raccolte le carte e la corrispondenza che i sacerdoti, partiti insieme ai profughi, intrattennero con don Germano Dalpiaz, Commissario vescovile per i profughi di stanza a Vienna.

Le carte del fondo sono ricche di informazioni ma anche di suggestioni per la comprensione di uno dei periodi più drammatici vissuti dal popolo trentino. Raccontano le condizioni di vita dei profughi e soprattutto dei sacerdoti, curatori d’anime ma anche ‘dei corpi’, attenti ai bisogni della comunità, sacerdoti che furono, nella maggior parte, gli unici punti di riferimento per un popolo disperso e in difficoltà.

Quello che molti  non sanno, è che il popolo trentino, pur essendo suddito dell’Austria-Ungheria, subì non poche ingiustizie da un comando di Stato maggiore che non si fidava né dei soldati, mandati a combattere sul fronte orientale, in Galizia, né dei civili che fece evacuare all’entrata in guerra dell’Italia, nel 1915, e mise in campi di concentramento (le cosiddette città di legno) o divise in piccoli o grandi gruppi disperdendoli nelle regioni centrali dell’Impero, in Austria, Boemia e Moravia*.

Nel Fondo sono conservate lettere, cartoline, moduli scritti negli anni dal 1915 al 1918, e sono questi i materiali che mostro a bambini e ragazzi nel corso dell’incontro, naturalmente in modi diversi, in base all’età.

Gli scolari del secondo ciclo delle elementari e gli studenti di prima e seconda media vengono introdotti all’argomento da un breve racconto che ho scritto espressamente per il percorso, quindi ascoltano le vicende dei sacerdoti e dei profughi, e in particolare quelle di bambini e ragazzi, che, pur costretti a vivere nelle baracche, cercavano di condurre, con grandi difficoltà, una vita ‘normale’, fatta di lezioni scolastiche e vita in comune. Le loro storie sono accompagnate da foto d’epoca e dall’osservazione di alcuni dei documenti originali conservati in Archivio. Ogni volta, la scoperta delle fonti originali con cui si scrive di storia è sempre un momento emozionante per i ragazzi, che improvvisamente scoprono quanto le vicende narrate possono essere loro vicine (e perfino interessanti…), grazie anche ai ripetuti riferimenti e confronti con le attuali condizioni dei profughi.

Nella seconda parte dell’incontro, i bambini più piccoli vengono invitati a disegnare ciò che di queste storie li ha colpiti di più, mentre i più grandi proveranno a calarsi nei panni di quei profughi, e a dare loro la voce, attraverso la scrittura di una cartolina da indirizzare a chi ritengono possa dare loro aiuto, sostegno o notizie.

Per le classi di terza media e della scuola superiore, invece, la parte centrale del percorso è dedicata all’analisi guidata delle fonti. I ragazzi vengono divisi in piccoli gruppi, ognuno dei quali si occupa di una fonte, analizzata grazie a una riproduzione e alla sua trascrizione, alla quale vengono introdotti da una sorta di questionario che li aiuta nel primo approccio. In questa maniera, possono tenere per le mani e leggere moduli prestampati, cartoline, lettere, e dunque scoprire come diversi mittenti e diverse tipologie di documenti esprimano più voci, più punti di vista, di uno stesso evento o di una stessa situazione. Il percorso si conclude con una sorta di ‘discussione’ nata dal racconto che ogni gruppo fa della storia e del contenuto del documento esaminato.

Le foto delle cartoline che accompagnano questo post danno l’idea di come i bambini siano rimasti molto coinvolti dalle storie che durante il laboratorio hanno conosciuto.

 

*sulla storia dei profughi trentini consiglio Gli spostati. Profughi 1914-1919 = Flüchtlinge = Uprchilici / [ha realizzato l’opera il Laboratorio di storia di Rovereto: N. Badoch … et al.], Rovereto (Trento), Laboratorio di storia di Rovereto, 2015. Sulle carte dei sacerdoti in particolare è in corso di stampa un mio articolo, che uscirà nella collana dell’Università di Trento Labirinti e reperti. Sul profugato in Europa è fondamentale il volume La violenza contro la popolazione civile nella grande guerra: deportati, profughi, internati, a cura di Bruna Bianchi, Milano, Unicopli, 2006 (Biblioteca di storia contemporanea, 19) e dovrebbero presto uscire gli atti del convegno Profughi/Rifugiati. Spostamenti di popolazioni nell’Europa della Prima guerra mondiale. Alle radici di un problema contemporanea, tenutosi a Rovereto il 4-6 novembre 2015

 

 

 

 

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