C’è posta per Scripty

Mar 27

C’è posta per Scripty

Ecco di nuovo a voi Scripty Manent, l’avventurosa studiosa della scrittura, che conscia della nostalgia di lei che tutti abbiamo avuto (…), ci manda una simpatica lettera ricevuta recentemente.

 

Gentile Scripty,

con questa mia vengo a disturbarla, in seguito al fatto che il mio propronipote è a scuola con suo figlio e mi ha raccontato della sua passione per la scrittura della gente.

Ma lo sa che conservo decine, centinaia di quaderni pieni zeppi di canzoni? Perché io ho scritto canzoni per tutta la vita e soprattutto, non ho fatto altro che cantare. Ma lo sa quando sono nato io? Il 1 gennaio del 1900! Ma sono ancora arzillo, eh!?

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Scripty Manent: sarebbe meglio approfondire…

Lug 03

Scripty Manent: sarebbe meglio approfondire…

Nello scambio di mail con la sua amica Priscy, come certamente tutti voi ricorderete (nevvero?), Scripty raccontò di alcune ricette speciali che stava provando allorquando ricevette la lettera del prof. Giocondor…

Alcuni lettori e io stessa, però, siamo rimasti incuriositi e così, dopo varie esitazioni – ché so quanto sia impegnata -, le ho scritto per avere qualche dettaglio in più sulla sua storia.

Così mi risponde…

 

Cara Adriana,

ricordo bene quel giorno. È stampato nella mia memoria fresco come fosse stato ieri o addirittura oggi.

Quel giorno Bellibel, che, come sai, è mio figlio, tornando da scuola, mi trovò con dei vistosi baffi gialli che profumavano di risotto.

«Sto facendo degli esperimenti – dissi – mi aiuti?»

Lui vide che sul tavolo c’erano libri su libri, e mucchietti di zafferano, barattoli di caffè, sacchetti di terre di vari colori, petali e gambi di fiori.

«Sì, ma … » e facemmo un buon pasto perché la fame è fame, e io sono una ben organizzata, anche se non sembra.  Poi tornai al mio progetto: quel giorno avevo deciso di sperimentare le antiche ricette per fabbricare i colori.

«Santo cielo!» esclamai a un tratto.

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Scripty in archivio

Feb 11

Scripty in archivio

Oggi per voi, una nuova storia di Scripty Manent, l’avventurosa studiosa della scrittura. Certo che, in nome della conoscenza, a volte si intraprendono imprese assai particolari…!

 

Finalmente trovò l’entrata alla biblioteca che le era stata segnalata. Quella porticina era quasi invisibile dalla strada, e sì che si trovava su uno dei percorsi che faceva quotidianamente. Ma, ahimè, è noto che alle biblioteche in tanti non fanno caso.

Era intitolata a ‘G.H. Ost’, con una precisazione particolare, ‘Collezionista occulto e accorto’. “Chi sarà mai? Che strani nomi hanno a volte i collezionisti di libri!” pensò senza badarci troppo.

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