Il ragno-penna Dalla parte del torto

Mag 16

Il ragno-penna Dalla parte del torto

E così sono nel pieno di una nuova avventura, cari i miei dieci lettori (mmmh, forse cinque dopo tanto silenzio, ma mi farò perdonare).

Ho avuto la fortuna di incrociare il mio cammino con quello di un gruppo vivace, stimolante e ‘utile’. Ho incontrato l’associazione Dalla parte del torto. La voce di chi non ha voce e Letizia Baldoni, Pietro Stramba-Badiale, Marco de Lindemann, Massimo Gallo, Rita Tortora, Diva Ricevuto e Patricia Vasconi, cioè le fondatrici e i fondatori che dall’agosto del 2019 hanno dato vita a una web radio aperta 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

Radio Dalla parte del torto (RDPT) intende dare spazio alle voci impegnate nel sociale, nella cultura, sul territorio e costruire un piccolo ma efficace strumento per la diffusione di buone pratiche, idee e parole, di conoscenza che possano contribuire alla crescita della comunità: “è un’associazione senza fini di lucro che ha lo scopo di promuovere, innanzitutto nelle periferie fisiche e sociali, le buone pratiche d’informazione e comunicazione attraverso le quali diffondere e mettere a rete la conoscenza delle realtà d’impegno sociale, culturale, politico e civico in particolare del volontariato e del Terzo settore, la realizzazione e diffusione di prodotti d’informazione a sostegno di queste realtà, la formazione di giovani operatori dell’informazione e della comunicazione”.

Tutti i contributi vanno in onda in giornate e orari prestabiliti, ma poi restano a disposizione tra i podcast.

Sul sito, che vi invito a visitare, si possono leggere le ‘regole’ per poter partecipare: sono ben accetti tutti coloro che “si riconoscono nei valori di solidarietà, giustizia, inclusione, valorizzazione delle differenze culturali, filosofiche e di genere, rifiuto di ogni forma di razzismo, di fascismo e di violenza: i valori fondanti alla base della Costituzione della Repubblica italiana e della Dichiarazione universale dei diritti umani“.

Allora ho fatto la mia proposta: Il ragno-penna. i fili intrecciati della storia.

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Donne e studio

Ott 17

Donne e studio

Saper riconoscere l’operato di una donna è sempre molto difficile, e lo è per le donne e per gli uomini. Si leggano, a esempio, i titoli dei giornali degli ultimi giorni: le scienziate vincitrici del Nobel per la chimica sono diventate “Thelma e Louise”, quella per la fisica è soprattutto una madre e per la letteratura erano in lizza “Murakami e una donna”. Per spiegare questo fenomeno si indicano vaghe motivazioni ‘culturali’ forse derivanti da questioni psicologiche, insicurezza, complessi di inferiorità, mescolate ai tradizionali stereotipi di genere in cui cadono anche i migliori. A questi motivi si può aggiungere un’abitudine, quasi una tentazione, a limitare le donne in ruoli – in primis quello materno – che si ritiene impediscano il successo in altri ambiti. Per esempio, nello studio.

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Lo scandalo dei lavoratori della cultura

Set 02

Lo scandalo dei lavoratori della cultura

Laurea, possibilmente con il massimo dei voti, dottorato di ricerca e/o master di specializzazione, tirocini e stage, partecipazione a corsi professionali, conoscenza di almeno due lingue straniere, capacità e competenze informatiche, esperienze di lavoro in Italia e all’estero.

Questo elenco costituisce l’ossatura di un curriculum medio per lavorare nella cultura. Non solo in questo ambito, è ovvio, la differenza è data dall’uso che di questi curricula si fa nel settore culturale.

I laureati, tutti, hanno trascorso quattro o cinque anni della loro vita a studiare per affrontare al meglio il lavoro che li aspetta. Hanno pagato le tasse universitarie e le loro famiglie anche le tasse allo Stato. Hanno investito tempo, energie e denaro. Una volta completato il corso di studi, hanno scoperto che viene richiesta loro una formazione di più alto livello ed ecco nuovi investimenti di risorse personali, e, va da sé, il rinvio di una qualche forma di remunerazione nell’ambito lavorativo per il quale si stanno preparando da anni. Ogni tanto si tira fuori quella sterile polemica sulla differenza degli stipendi tra laureati e diplomati: insomma, senza fare questioni di merito, direi che il motivo è oggettivo. E comunque, queste grandi differenze non ci sono più da tempo, specie nel pubblico, specie nell’ambito culturale.

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Aprite gli occhi: è di cultura che abbiamo bisogno!

Mag 10

Aprite gli occhi: è di cultura che abbiamo bisogno!

Forse non ci siamo spiegati. Possibile che non sia chiaro quanto sia importante la cultura?! Sempre. Soprattutto ora.

Magari il concetto diventa più facile da comprendere se rappresentiamo la cultura come un ecosistema: i temi culturali, a prescindere dal linguaggio scelto per esprimerli, hanno sempre un forte impatto sulla comunità, la quale, dopo essersi ‘nutrita’, restituisce sotto altre forme: consapevolezza sociale, attenzione all’ambiente, maggiore disponibilità all’accoglienza, conoscenza del proprio territorio da tradurre, per esempio, in percorsi turistici. E, soprattutto, esige nuovi stimoli innescando un circolo virtuoso. I processi culturali vengono alimentati da un ambiente che li sollecita e un progetto non solo porta lavoro a chi lo concretizza, ma immette sul territorio le potenzialità di un miglioramento economico e sociale. Anzi, le possibilità di investimento aumentano se il terreno è stato reso fertile da una crescita culturale.

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Scrivere e pensare e camminare

Gen 03

Scrivere e pensare e camminare

Siamo così abituati ad avere parole scritte intorno a noi, che spesso non siamo pienamente consapevoli dei loro veri obiettivi e anche del modo più efficace per usarle. Quante forme di scrittura conosciamo? E come la usiamo, e perché? “Rappresentazione visiva, mediante segni grafici convenzionali, delle espressioni linguistiche”, così il dizionario definisce la scrittura. La scrittura non è una capacità naturale dell’uomo, ma nasce da una convenzione sociale e ogni convenzione che riguarda la società è decisa grazie all’intesa collettiva, per meglio dire, viene definita da una parte della società, generalmente quella dominante, che determina il valore o il significato di ogni aspetto della nostra vita di relazioni. Nel caso di parole scritte, si decide per convenzione anche la loro foggia e il loro uso, oltre che il senso e il significato.

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