A scuola! Le voci dei bambini
Set 18
«Cara mamma, ieri mi è arrivato il bel libro che voi, sempre buona con me, mi avete mandato. Ne lessi già qualche pagina, ma è veramente bello. Io studio con amore, e quando sento di far fatica, allora penso a voi mia dolce e buona mamma e mi faccio animo».
Cominciano le lezioni a scuola. La maggior parte dei bambini e dei ragazzi (specie da una certa età in poi…) non è proprio entusiasta del ritorno in classe, anche se poi tutti trovano il lato positivo, o almeno una forma di equilibrio, se vogliono arrivare fino a giugno in uno stato psicofisico discreto. E il piccolo Vittorio, nel 1907, scrive alla mamma che sarà il pensiero di lei e il libretto avuto in dono a dargli la forza di affrontare la fatica.
È difficile trovare i testi dei bambini vissuti nei secoli precedenti all’Otto-Novecento: non erano considerati importanti, degni di essere conservati. Ciò che si è salvato si deve alla casualità o all’importanza della famiglia cui si apparteneva, o alla
straordinarietà con cui alcuni bambini erano capaci
di esprimersi, come nel caso di Antonio Stefano Cartari, che, a dire il vero, apparteneva a una famiglia di censo elevato di Roma ed aveva anche una grande padronanza delle sue capacità scrittorie e non solo, se a soli 11 anni poté cominciare a scrivere le sue Memorie curiose, annotando tutto ciò che vedeva e ascoltava intorno a lui.
A scuola si imparavano le buone maniere, a recitare le preghiere nel corso della giornata, e anche a leggere e a scrivere.
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