Massimo Carlotto e i suoi lettori. Intervista
Ago 08
Zagor era il suo nome d’arte. Di meglio non gli era venuto in mente quando la produzione del primo film gli aveva fatto notare che chiamarsi Bonamente Fanzago era una pessima idea, almeno nel porno. […] In realtà, chiamarsi Bonamente Fanzago era una pessima idea anche nella vita. Il padre, ma solo al compimento del decimo anno, gli aveva chiesto scusa.
È così che Massimo Carlotto introduce uno dei personaggi nel suo ultimo romanzo, ‘La signora del martedì’. «Bonamente è un nome fuori dal comune. Non ci avrei mai pensato se, durante la presentazione di un mio romanzo, un signore non fosse venuto a chiedermi di firmare la sua copia da dedicare a Bonamente. A sentirlo non riuscii a evitare uno sguardo sorpreso e così mi raccontò della sua vita con questo nome, e anche di suo padre, che, quando lui compì 10 anni, gli aveva chiesto scusa. A quel punto gli chiesi il permesso di usare questa storia in uno dei miei romanzi. E così ho fatto».
Dopo 25 anni di scrittura e di libri di successo, Carlotto può dire di aver incontrato centinaia di persone, nelle librerie, durante i festival, in biblioteca, e di aver ascoltato centinaia di storie. «A me interessa molto il contatto con i lettori, e sono sempre disponibile agli incontri, che siano legati a un nuovo libro o meno. Mi ritengo fortunato, perché trovo sempre un pubblico molto attento, preparato, con molte domande: ascolto sempre i lettori, i loro giudizi e le loro aspettative».
I lettori di Carlotto possono essere considerati una vera e propria comunità, che ‘vive’ anche a prescindere dal contatto diretto con l’autore: all’interno di questa, gli appassionati dello stile e del noir interpretato dallo scrittore padovano si confrontano e si scambiano suggerimenti di lettura. E, naturalmente, questo accade anche quando c’è la possibilità di trovarsi a tu per tu con il loro scrittore preferito.
«Le domande che i lettori mi rivolgono coprono sia la sfera personale sia quella letteraria, discutono con me sui contenuti, sui temi che affronto nei miei libri, e anche sul mio lavoro di scrittura in generale. Da loro ricevo stimoli e giudizi che so sempre franchi, e diretti. In una libreria di Trieste incontrai una persona che mi disse ‘Tu non puoi scrivere quello che vuoi!’. Erano ormai sette anni che non scrivevo sull’Alligatore e lui mi ha ricordato che ci sono dei patti non scritti con i lettori». Marco Buratti, l’investigatore noto come l’Alligatore, è il protagonista di molti dei romanzi di Carlotto.
«Preferisco lavorare sulle storie, non sui personaggi, ma quell’incontro mi ha fatto capire che la serialità presuppone un impegno con i propri lettori e che questo va rispettato». È il lettore che ‘trasforma’ una storia in un libro: è il gesto nella lettura, creativo e indispensabile, è la scelta, la disponibilità all’ascolto di ciò che l’autore vuole dire e soprattutto, la restituzione in forma di commenti e di nuove storie, le proprie, stavolta, a dare un senso all’esistenza di un libro. «Sono un raccoglitore di storie e durante gli incontri con i lettori ne ascolto moltissime, anche personali. È uno scambio importante con tutti coloro che si fermano a parlare con me: ci scambiamo molte domande, molte storie. Ma soprattutto, è uno scambio di passioni». La passione per la lettura è ciò che accomuna le persone che partecipano agli incontri con gli autori, che quasi ‘casualmente’ vengono investiti dalla curiosità dei lettori, spinti soprattutto dall’interesse per la letteratura, per la scrittura e da ciò che la provoca. «Ho conosciuto molte storie che mi sono state raccontate perché ritenute adeguate al mio modo di scrivere, ai temi che normalmente preferisco affrontare. E spesso questo ha funzionato. Uno dei romanzi dell’Alligatore, ‘La banda degli amanti’, è nato da una storia che mi raccontò una lettrice in Svizzera».
Il vero protagonista nella letteratura è sempre il lettore: perché compra e legge i libri, perché li consiglia, perché li giudica, ma soprattutto perché spesso è ispirazione e fonte delle storie di cui si approprierà.
Di certo lo è per i romanzi di Massimo Carlotto, ascoltatore e raccoglitore di passioni.