‘Sopra le righe’, cioè la bellezza condivisa
Giu 19
Amici cari, si è appena concluso il corso dedicato alla storia del libro, intitolato ‘Sopra le righe. Per una storia del libro dal Medioevo ai giorni nostri’, che ho condotto a Trento, tra maggio e giugno.
Ho deciso che nel post di oggi mi concederò un momento leggero per raccontarvi la mia esperienza con il gruppo di appassionati che ha pensato bene di perdere parte del suo prezioso tempo seguendo i miei incontri.
Che io mi diverta nel raccontare le storie dei libri e intorno ai libri è ormai risaputo, ma non è sempre così scontato che anche le persone con cui mi accompagno condividano questo mio piacere. Potrò sbagliarmi, ma questa volta è accaduto.
Non voglio raccontarvi ciò che ho spiegato e mostrato sui manoscritti e sui libri antichi del Museo diocesano, dell’Archivio diocesano e della Biblioteca Diocesana –Vigilianum.
Questa volta, voglio ricordare gli sguardi che vedevo di fronte a me (qualcuno stanco ma vigile…), i sorrisi suscitati dallo scoprire nuove cose e l’emozione di vedere da vicino oggetti mai incontrati e che mai si poteva pensare avessero tanto da dire.
Voglio ricordare lo stupore suscitato dalla scoperta di quanto tali antichi oggetti possano rispecchiare anche le nostre abitudini e il nostro modo di vivere il mondo scritto che ci circonda; di ciò che pensavano e scrivevano intellettuali e artigiani delle loro opere, mentre li ascoltavamo leggendo insieme alcune fonti che trattavano di libri scritture autori copisti e stampatori (comprese quelle che raccontavano degli autori che volevano malmenare i tipografi distratti).
Voglio soffermarmi sulle domande e le curiosità, i piccoli dibattiti che sono stati sollecitati e le prese di coscienza della ricchezza degli istituti culturali di questa città e dunque della potenziale ricchezza di ogni cittadino.
Voglio compiacermi – permettetemelo – della sorpresa e poi del coinvolgimento di un piccolo ‘scherzo’, quando ho letto poesie e filastrocche che avessero un legame con i libri e che avevo immaginato come momento di pura bellezza da condividere.
La bellezza che non dovrebbe mai essere lontana da ciò che facciamo, fosse anche una lezione sui codici manoscritti.
Questi sono stati momenti che credo abbiano reso più intenso l’incontro, di certo per me e per alcuni dei miei uditori, e che in altri casi hanno sicuramente divertito tutti.
Come quando, in occasione dell’incontro in cui abbiamo parlato dei manoscritti successivi alla diffusione della stampa, abbiamo letto una poesia di Mario Benedetti
Le lettere non scritte sono le più tenere
sono così perché la vergogna
rimane intrappolata nel fiaschetto
e non esce a seminare lo sconcert.o
Le lettere non scritte sono le più veraci
così pietose sono e talmente pentite
che possono tramutarsi in singhiozzi di luna.
Le lettere non scritte sono le più laconiche
tanto sguarnite sono e così umili
che vanno seminando paragrafi lungo le arterie
punti e virgole nella gola
parentesi di scandalo nei timpani.
Le lettere non scritte se prima o poi si scrivono
si abbelliscono con paroline e parolone
si divertono a tradire le sintassi
e dicono ciò che dicono senza dirlo.
Oppure una ironica poesia di Cendrars, proposta mentre si parlava di strumenti scrittori…
Mi hai detto se mi scrivi
Non scrivere tutto a macchina
Aggiungi una riga di tuo pugno
Una parola una sciocchezza una cosa da niente
Sì sì sì sì sì sì sì sì
Eppure la mia Remington è proprio bella
Mi piace molto e funziona a meraviglia
La mia scrittura è netta e chiara
Si vede molto bene che sono stato io a scrivere
Ci sono degli spazi che solo io so fare
Guarda dunque come è battuta la mia pagina
Tuttavia per farti piacere aggiungo a penna
Due o tre parole
E una grossa macchia d’inchiostro
Per impedirti di leggerle.
O quando, nella sala in cui erano esposti i libri danneggiati e da restaurare, abbiamo alleggerito la cupezza di quei danni con la lettura di una filastrocca di Roberto Piumini:
Topo Tapo a Topa Tupa
L’altro giorno s’è sposato,
ma lei trova troppo cupa
una tana dentro il prato.
Topo Tapo e Topa Tupa
Una tana hanno cercato:
“Scegli tu che sei il capo”
Dice Tupa al suo amato.
Topo Tapo e Tupa Topa
Una tana hanno trovato:
un bel tomo sull’Europa
raramente consultato.
Si continui pure a demolire ciò che resta della nostra cultura, si continui a disprezzare e mettere ai margini il lavoro che molti di noi stanno facendo con adulti e bambini.
Non sono così sicura che saremo quelli sconfitti, nonostante la fatica e la lotta che per portare avanti questo lavoro viviamo ogni giorno.
Ogni sorriso, ogni brillìo di sguardo interessato e felice di essere stato stimolato e soddisfatto è la prova che il nostro lavoro è giusto, e che funziona. E chiudo con l’immagine dei fiori che una signora gentile ha voluto donarmi: bellezza da scambiare e condividere.
Comunicazione di servizio:
Il corso verrà molto probabilmente reiterato a settembre, quindi chi è interessato può rivolgersi ai tre istituti coinvolti.
Comunicazione ai lettori del blog:
in uno dei prossimi post, forse vi racconterò che cosa ci sia dietro la preparazione di questi corsi, ciò di cui molti non si rendono conto, a cominciare dagli stessi committenti: dallo studio alla scelta degli argomenti, dei libri da mostrare, fino alla difficoltà di vivere come libera professionista dei beni culturali. A meno che qualcuno si offra di ‘intervistarmi’ nella rubrica ‘Carte in mano’…
* un ringraziamento speciale a Luisa Del Giudice per le sue belle foto
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