Navigatori solitari. Intervista con Erika Vettone
Nov 06
Vi presento Erika Vettone
Filosofa di ‘nascita’, si è dedicata all’archivistica fin dalla sua prima esperienza lavorativa (non retribuita), guidata da un appassionato funzionario del Comune di Santa Maria Capua Vetere. È una libera professionista per scelta e non vorrebbe essere niente di diverso, nonostante tutto.
Ha una collezione ancor piccola ma colorita, di altrui reazioni, verbali e non, all’affermazione “per lavoro faccio l’archivista”:
a) Archi..cosa?
b) E perché hai deciso di buttare la tua laurea nel …?
c) Aaaah, ho capito, è sempre un fatto politico!
Dopo anni di studi filosofici, perché gli archivi?
Un anno prima della laurea, ho iniziato ad interessarmi concretamente al percorso formativo di archivisti e bibliotecari, scoprendo l’esistenza delle scuole di archivistica.
Appena laureata, ho cominciato a collaborare come volontaria presso l’Archivio comunale di Santa Maria Capua Vetere, grazie al suggerimento che il dirigente comunale responsabile sia dell’Archivio che della Biblioteca comunale mi diede, indirizzandomi verso quello che sarebbe stato il mio percorso futuro. Nella vita di ognuno ci sono i momenti in cui scegli e quelli in cui qualcuno, a volte inevitabilmente, sceglie per te. In questo caso, se mi guardo indietro, posso solo ringraziare.
Qualcuno tempo fa mi ha detto che i laureati in filosofia sono come i topi, si nutrono di quello che trovano, e voleva essere un complimento; dell’archivistica e delle sue applicazioni informatiche trovo particolarmente interessante la riflessione sulle strutture concettuali (attività tipica in fase di riordinamento di un archivio o nell’analizzare e sviluppare un software). L’esperienza di qualche anno di mestiere e di confronto, ha rafforzato in me l’idea che tale inclinazione abbia a che fare con la mia formazione filosofica.
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