Sospesi nel cielo. Quinta puntata
Mar 22
Bonaria passava sulla terra leggera, e di questo Ettore e Giulio, nel loro esilio milanese, le erano molto grati.
Bonaria era così giovane che poteva essere una sorella maggiore. Con il piccolo Ettore s’era intesa immediatamente. Affetto complicità amicizia: ma lei doveva anche badare alla casa, lo pensò un po’ sbuffando, perché non era mai stata la sua passione, fare le pulizie, e un poco doveva tenere d’occhio anche il papà di Ettorino, che a volte si scordava di mangiare. Non le era chiaro che cosa avesse in mente quel signore, di sicuro adorava suo figlio e soffriva di nostalgia per sua moglie, una donna bellissima di cui un giorno le aveva mostrato la foto. «Siamo la notte e il giorno», aveva commentato lei, scura di capelli e di carnagione, a vedere la capigliatura bionda di Clara e il suo colorito pallido.
E Giulio, preso dai suoi mille impegni, le lezioni, il giornale, si rendeva conto che senza di lei non avrebbe potuto cavarsela. Le era riconoscente, e l’ammirava anche, specie dopo aver conosciuto la sua storia.
Era arrivata a Milano da poco. Quando camminava, sembrava passare sulla terra leggera, era forte come il fuoco e generosa. Ma il silenzio sembrava suo. Mai un silenzio era stato così pieno di storie.
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Mi chiamo Adriana Paolini. Le persone che mi stanno più vicine mi chiamano mamma, Adri, papposilla, alcuni mi chiamano, ironicamente, ma affettuosamente, Paolini, altri Madama Codicò.
Sono nata al mare, a Pescara, e vivo in montagna, a Trento.


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