DUP DUP… chi è? Sono io

Mar 27

DUP DUP… chi è? Sono io

Sono tornata.

Nonostante le roboanti dichiarazioni di intenti in occasione del nuovo abitino rosso del blog, la lotta per la sopravvivenza e non solo quella, mi hanno impedito di dedicarmi con calma e serenità alla mia discreta conversazione virtuale con voi su libri e storie.

Ma sono di nuovo qui, ed è il ‘… non solo quella’ che avete letto tra le motivazioni dell’assenza, l’oggetto del mio post, oggi.

Prima di Natale, infatti, si è creata la possibilità, inaspettatamente, di riprendere in mano un antico progetto e di dargli vita, con la pubblicazione nientepopodimeno che del terzo volume dedicato alla storia della scrittura e rivolto ai ragazzi.

Dopo l’Invenzione di Kuta e Che rivoluzione, ecco a voi (rullo di tamburi..) DATEMI UNA PENNA! Familiarmente, il DUP….

Grazie all’intervento dell’Archivio provinciale della Provincia autonoma di Trento, e con i tipi (anche se dovrei dire con le ’tipe’) di Carthusia, il libro ritrova di nuovo insieme l’illustratrice Monica Zani, il poeta Roberto Piumini, e me, che sono molto poco, nel confronto, ma che in realtà sono la donnina più soddisfatta del mondo, visto che sono riuscita a portare a termine l’intero mio progetto.

L’argomento di questo volumetto sarà la scrittura a mano dopo l’invenzione della stampa. Si leggerà di scritture popolari, di autobiografie, ma anche di scritture di donne e di bambini, dal Cinquecento a oggi.

Lo trovo un argomento affascinante, che se da un lato ci aiuta a capire alcuni dei perché dei nostri rapporti, spesso conflittuali, con scrittura e lettura, dall’altro dovrebbe renderci consapevoli di una nostra ‘fortuna’ e di un nostro talento.

Il malloppo, corredato dalle immagini richieste e ottenute da archivi e biblioteche trentini, ma anche di altri istituti di conservazione italiani, dagli Archivi di Stato di Roma e Perugia, alla Biblioteca Casanatense, all’Archivio della Reale Casa dell’Annunziata di Napoli, alla Biblioteca Nazionale di Firenze, solo per citarne alcuni, è stato consegnato qualche giorno fa, dopo un intenso lavoro non solo di ricerca e scrittura, ma anche di revisione e discussione con la bravissima editor di Carthusia Silvia Marelli e la straordinaria grafica Elisa Galli.

Il libro uscirà alla fine di aprile e verrà presentato alla Fiera di libro di Torino.

Sono contenta, ma sarebbe meglio se arrivassero i vostri in bocca al lupo, imbocca il lupo, ma anche gli auspici con i toni più ‘vivaci’ andranno bene…

Read More

Les petits bonbons

Dic 04

pierino porcospino italiano2Al Teatro Cristallo di Bolzano, si è tenuta, durante la prima settimana di novembre, la seconda edizione del festival Les petits bonbons, organizzato dalla compagnia del Teatroblu.

Il desiderio degli organizzatori del festival è di riuscire ad avvicinare i più giovani al teatro, utilizzando anche formule meno scontate. Ed è grazie a questo gusto della sperimentazione che, per mia fortuna, anch’io sono stata coinvolta!

Ho proposto dunque l’incontro dedicato alla storia del libro per ragazzi, Da Pierino Porcospino a Harry Potter (passando per Pinocchio), che tra storie da raccontare, letture e momenti di attività pratica è stato considerato un vero e proprio laboratorio-spettacolo.

A uno dei due incontri previsti hanno partecipato i ragazzi della seconda A delle scuole medie ‘Ugo Foscolo’, che al ritorno in classe, e, soprattutto, dopo aver scoperto che in questo blog si parla di loro e delle loro precedenti prodezze nella storia della scrittura, mi hanno spedito i loro commenti.

Ed eccoli qua. Non voglio nascondermi dietro ipocrite timidezze, anche se un po’ di rossore è comparso sulle gote pallide…., ma sono tanto, tanto contenta!

 

Read More

Aiuto! Non so chi sono!

Gen 16

Nessuno sa chi sono, nemmeno io.

So che cosa non sono. Per esempio non sono bassa, non sono grassa (solo un po’ morbida), non sono una parrucchiera, non sono una commerciante, non sono un’insegnante. Ah sì, in effetti ho un contratto di docenza all’università e conduco corsi di storia del libro per bambini e adulti, ma non è lo stesso, è ovvio.

Non sono un’insegnante ma nemmeno una studiosa, perché non ho fatto abbastanza ricerca. Capita che debba lavorare per vivere, come la maggior parte delle persone, e in Italia è difficile farsi pagare per fare ricerca.

Ah, certo. Ho studiato e fatto ricerca per schedare e identificare i manoscritti su cui ho lavorato o per i libri che ho scritto, ma non è lo stesso, ne sono consapevole.

Non sono un’insegnante, non sono una studiosa. Non sono nemmeno una bibliotecaria.

Ah certo, lavoro con i libri, in biblioteca, ma non sono una bibliotecaria, vuoi che non lo sappia?!

Non sono nemmeno una scrittrice.

Ah, certo. Ho scritto dei libri, e anche delle storie che leggo ai bambini con cui lavoro, ma non è la stessa cosa, no. Lo so.

Non sono nemmeno una casalinga.

Ah, certo. Conduco io la casa, nel senso che me la pulisco me la cucino.. ma non sono una casalinga.

Insomma, nessuno sa come chiamarmi, e nemmeno io.

Non so nemmeno io come definirmi.

Beh, in effetti, di solito mi definisco con dei nomi abbastanza affettuosi, tranne quando mi arrabbio con me stessa ché allora sono severa e rigorosa come uno scaricatore di porto.

Dunque che cosa sono? mah.

Si ha tanto bisogno di incastrare, inscatolare, inquadrare, incriminare qualcuno in un settore, un ambito, un circuito, un genere… si ha bisogno di appartenenza, e io che non appartengo a niente e a nessuno?

Affari tuoi, mi dicono, l’hai voluto tu.

Vero.

Però questo non significa che non si debba pensare di essere ‘definita’ con realismo.

Allora lancio un appello. Vorrei sapere che cosa sono.

Anche se non risolvo così i miei problemi di sopravvivenza, almeno posso dare il codice giusto per la partita iva, posso finalmente riempire con serenità lo spazio dove si deve scrivere: professione..

Ditemi chi sono, per favore, che con i miei tredici lavori diversi quest’anno non riesco a trovare una collocazione…!

Read More

L’invenzione di Kuta e Che rivoluzione!

Giu 04

L'invenzione di KutaChe rivoluzione!Questi sono i primi libri che ho scritto per i bambini e che ho pubblicato con la casa editrice Carthusia di Milano.

In preparazione ce n’è un altro, che si intitola per ora Datemi una penna, e speriamo di poterlo portare a termine perché ci tengo molto.

I libretti di cui vi sto raccontando sono arrivati dopo molti anni di laboratori e incontri con i bambini e con i ragazzi, in cui ho sperimentato approcci, linguaggi, materiali, strumenti e giochi per poter raccontare loro la storia della scrittura e del libro. Avendo lavorato soprattutto in scuole e biblioteche dove non c’erano libri antichi, mi sono resa conto che l’interesse di piccoli e grandi era molto forte, ma che mancavano gli strumenti per poter condividere e insegnare certe particolari conoscenze.

È stato a questo punto che ho deciso di scrivere.

L’invenzione di Kuta si sofferma sulle origini della scrittura e sul libro manoscritto fino all’invenzione della stampa. Che rivoluzione!, lo potete immaginare, prosegue l’avventura raccontando la storia del libro a stampa da Gutenberg agli ebook.

Quando, anni fa, ho scritto il progetto che poi ho portato a Carthusia, ho immaginato di creare un luogo (o un non-luogo, cosa sarà mai un libro?) dove i bambini potessero scegliere il modo per loro più congeniale di avvicinarsi alla storia del libro.

Ho proposto a Roberto Piumini, che già avevo la fortuna e l’onore di conoscere, di creare una storia che potesse farli giocare e divertire con un tono leggero e stimolante, come solo lui sa usare, ma che servisse da chiave alternativa e compagna del vero racconto storico.

Sono convinta che i bambini debbano avere più spazio possibile per muoversi, devono poter scegliere da dove cominciare e decidere se e come proseguire per arrivare alla fine (forse), anche dei libri.

È così che è nata la struttura dei due libri in cui narrativa e Storia si alternano, complici ma autonomi. Ogni capitolo è introdotto da una storia e i capitoli storici sono articolati in piccoli paragrafi.

Nello scriverli, ho pensato a come mio figlio aveva guardato e letto i libri tanto impegnativi che gli avevano regalato alla prima elementare: La storia del mondo, la storia dell’universo… Era ancora piccino per libri da massimi sistemi: li ha guardati ma poi li ha messi via. Gli anni successivi, man mano che andava avanti a imparare cose nuove, si ricordava di questi libri e andava a cercare gli argomenti che lo interessavano, che lo incuriosivano di più.

Ho pensato che i miei libretti non dovevano essere esauriti in una sola lettura, dovevano essere esplorati, sbirciati e poi letti pian piano, dove interessava, come piaceva.

L’intervento di Patrizia Zerbi editrice di Carthusia è stato fondamentale per l’armonizzazione di questi scritti, ma soprattutto per la scelta delle illustrazioni. Nel primo libro sono state affidate a un’unica artista, Monica Zani, per il secondo, ogni capitolo ha avuto un diverso illustratore, ma anche due autori per la parte narrativa, Roberto Piumini e Beatrice Masini.

Il terzo libro è sulla scrittura a mano dopo l’invenzione della stampa. È un argomento poco affrontato dai non specialisti, ed è per me una bella sfida. Nessuna anticipazione! Spero solo che possa uscire presto.

 

Read More

Tararì Tararera di Emanuela Bussolati

Mag 27

A leggere questo libro ci si diverte moltissimo. Tanto per cominciare è in lingua piripù, e questo ci permette di espandere i nostri orizzonti linguistici, e poi è una storia molto carina da leggere ai bambini. Non sapete che cos’è la lingua piripù? In effetti non esiste. È una sorta di gramelot, di suoni, di onomatopee, di parole inventate che diventano una storia quando qualcuno si mette in gioco e la legge. E mica si divertono solo i bambini piccoli, anche i più grandi. Quando comincio a leggere “Tararì Tararera … sesa terù di Piripù” ho intorno a me solo occhi stupiti e se sono fortunata, anche bocche spalancate che poi si ricompongono in un grande sorriso. Tutti seguono la storia ascoltando e guardando le belle illustrazioni. Ridono quando Piripù cade e si inteneriscono quando l’elefante-gonende lo culla per tranquillizzarlo. Sono contenti quando Piripù trova la sua famiglia e non possono fare a meno di ridere sollevati quando la mamma lo sgrida e poi lo abbraccia.

Insomma, una storia semplice ma di grande bellezza. La bellezza della voce, dei gesti e degli sguardi che vengono usati per giocare e coinvolgere i bambini. E per farsi coinvolgere e per inventarsi lettori in lingua piripù. Una lingua che unisce grandi e piccoli con una forza incomparabile.

 

Emanuela Bussolati, Tararì Tararera, Milano, Carthusia 2009

Read More