Sandro Bonvissuto, Dentro
Feb 01
Non faccio recensioni vere, sono pigra.
Del resto leggo tanto e adoro condividere quello che mi piace. Allora ho pensato che qui, nel blog, posso fare proprio questo, condividere le letture che ho gradito. Ecco, il libro di Sandro Bonvissuto mi è piaciuto moltissimo.
Comincio dalla scrittura. Perché l’ho trovata notevolissima. Bella. Posso definirla così? Non so, ho provato un grande piacere già solo nel leggere la lingua, lo stile, le parole, l’italiano che l’autore ha scelto per esprimere racconti ed emozioni. Non c’è solo la storia, in un libro, ma anche il modo di dirla, che rende quella storia importante, affascinante, avvolgente…, e che rende migliore di altri quel libro.
Sandro Bonvissuto la dice in una lingua emozionante. Niente di sofisticato e aulico (grazie al cielo), ma il linguaggio è curato, cercato, forse, eppure ‘naturale’, umano, vero. Entra nell’anima, e nel cervello.
I libro racconta di tre momenti della storia di un uomo, che parla di sé adulto, chiuso in carcere perché ha sbagliato, che parla dei suoi compagni di cella e di questa esperienza con semplicità e forza. Una forza che permette alle parole, e a quel mondo, di arrivare dritti al centro (dell’anima? del cuore? della coscienza?). Una forza che porta a conoscere situazioni ignote ai più, ma che spinge a riflettere sulla dignità umana, in ogni circostanza. L’unica cosa per cui vale la pena battersi (oltre che per i propri figli).
Il secondo episodio riguarda il primo giorno alle scuole superiori e l’incontro con il compagno di banco. Straordinario. Divertente e delicato, insieme. E io che in questo periodo vedo il mondo degli adolescenti molto da vicino, ho ritrovato atti e parole, e ho ricordato i miei.
L’ultima parte racconta di quando bambino, imparò ad andare in bicicletta grazie a suo padre. Un padre che si dedica al figlio per la trasmissione di questo fondamentale sapere che rappresenta il primo passo verso l’emancipazione dalle gonne e dalle giacche genitoriali, e soprattutto verso l’avventura della vita, che, lo sappiamo, è molto meglio affrontare a cavallo di una bici.
Il cuore si stringe di fronte alla disperazione e alla solitudine dei carcerati, e poi si commuove e si diverte. Insomma, questo libro mi è parso pieno di sorprese, di originalità, e anche di sorrisi, molti sorrisi. Compreso quello di piacere che non ho potuto evitare dopo averlo finito di leggere, anche se ero sul treno davanti a tanta gente stupita di quel sorriso gratuito (ma che da tutti è stato ricambiato…).
«Non è vero che si cresce lentamente e armoniosamente, si cresce tutto insieme. In un giorno. In un’ora. Questa è la storia. Infine imparai ad andare in bicicletta. È stato mio padre ad insegnarmi. Era d’estate, e non avrebbe potuto essere altrimenti».
Sandro Bonvissuto, Dentro, Torino, Einaudi, 2013