È quel che è: uno stupore
Set 24
Sapete bene, cari i miei dieci lettori, che ogni tanto mi faccio prendere da un innamoramento letterario (i miei sono tutti letterari, sapete anche questo…) e decido così di condividere con voi la mia nuova passione.
Mi hanno regalato un libro di poesie, un libro di Erich Fried. In realtà, ho scoperto poi che alcune poesie le conoscevo già, e vi immagino mentre scuotete la testa pensando ‘ah, tapina, lo scopre solo ora’. E allora? E se non l’avessi mai scoperto? Avrei vissuto lo stesso lo so, ma altrettanto bene? Chissà.
Quando ho avuto in mano il libro mi è parso di scoprire una nuova bellezza colma di ironia geniale, un diverso mondo di versi nel quale non si riesce a capire sempre esattamente quando sorridere e quando tacere.
L’unica soluzione sembrerebbe lasciarsi commuovere sempre. Lasciare che l’anima si faccia prendere dal flusso delle parole di questo poeta, della sua rabbia e del suo erotismo, della sua tenerezza e dei suoi giochi.
Lasciarsi andare in flussi, vortici, e poi fermarsi in improvvise soste perplesse davanti a un verso come:
“Essere morto relativamente
forse perfino deceduto più di due
o tre volte soltanto
Eppure domandare ancora:
«Chi pone le domande
la vita o la morte?»
e intanto non dare risposta
a nessuna delle due”.
Desiderare di parlare a qualcuno nell’intimità e immaginare, e sperare, di saper lacrimare dal ridere e dal piacere…
“Perché ci vogliamo
non solo cuorare
ma anche boccare
e pellare e vellare
e bracciare e senare e ventrare
e sessare
e di nuovo
manare e piedare”.
… e di commuoversi per amore, anche per amore delle parole.
“Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo che bacio.
Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me,
il tuo piede che giunto qui
e che di nuovo se ne va
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso”.
E tutti voi, scettici, state attenti e riflettete:
“Chi
da una poesia
si aspetta la salvezza
dovrebbe piuttosto
imparare
a leggere poesie
Chi
da una poesia
non aspetta alcuna salvezza
dovrebbe piuttosto
imparare
a leggere poesie.”
Partirò ora alla ricerca della sua autobiografia, Talvolta persino si rideva. Tempi e contrattempi della mia vita. Come posso resistere?
La raccolta di poesie di cui vi ho raccontato oggi, l’avrete riconosciuta, si intitola:
È quel che è. Poesie d’amore di paura di collera (Torino, Einaudi, 2014).