Mark Twain, Il diario di Eva
Giu 22
Ironia e poesia non si trovano spesso nello stesso racconto.
“La notte scorsa la luna si è liberata, è scivolata verso il basso ed è uscita dal disegno (una perdita gravissima; al solo pensarci mi si spezza il cuore). Non esistono un ornamento e una decorazione che possano reggere al suo confronto, tanto è bella e rifinita con cura. La si sarebbe dovuta fissare meglio. Se soltanto potessimo riaverla”.
Come anche verità e sorriso. Un sorriso ironico, di chi riconosce la sua forza e, forse, o soprattutto, anche la sua debolezza… e (ri)conoscere le proprie debolezze rende le passioni più sincere e quindi più travolgenti. Lo sappiamo tutti (lo sappiamo?).
“Certi uccelli li amo per il loro canto; ma Adamo non lo amo per come canta – no, proprio no; anzi, più canta e meno riesco ad accettare che lo faccia. E tuttavia gli chiedo di farlo, perché vorrei imparare ad amare tutto quello che lo interessa.”
La grandezza di Eva raccontata da Mark Twain. O la grandezza di Mark Twain che racconta delicatamente, gentilmente, sinceramente, ironicamente della prima donna e di tutte le donne, è la lettura che vorrei dirvi di non perdere.
Non è certo (o non è solo) perché Eva fa una figura decisamente migliore di Adamo… Ma il piacere che ho provato nel leggere e rileggere un gioiello della letteratura come questo, è stato inaspettato. Oh sì, lo so che da un autore come Twain non potevo aspettarmi niente di diverso, ma il canto di Eva non è mai stato così limpido e gioioso.
E se mi permettete ancora un consiglio, cercate l’edizione di Principi & Principi, con le illustrazioni di Guido Scarabottolo. Non bisogna rinunciare ad alcuna forma di piacere.
Mark Twain, Il diario di Eva, illustrazioni di Guido Scarabottolo, Firenze, Principi & Principi, 2010 (Piccola biblioteca dell’immaginario, 5)
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