Lezioni semiserie di codicologia. 2

Dic 11

Lezioni semiserie di codicologia. 2

Siamo ancora alla ricerca del supporto scrittorio più interessante, ché, lo sappiamo, non è una scelta facile. Dopo aver usato per secoli  la pergamena, si imparò ad apprezzare l’uso della carta.

Nonostante i cinesi e poi gli arabi conoscessero il metodo di fabbricazione fin dal I secolo, in Europa ci fu una certa resistenza ad abbandonare un materiale così resistente e affidabile come la pelle di ovino.

curiositatre_ita_i000028Nel 1109 Adelasia, principessa normanna, moglie di Ruggero I, fu la prima a scrivere una lettera ‘di carta’, ed è una lettera bilingue, in greco e arabo, ora conservata nell’Archivio di Stato di Palermo.

Adelasia scrisse un mandato per ordinare ai vicecomiti della terra di Castrogiovanni (oggi Enna) di proteggere il monastero di San Filippo di Demenna, sito nella valle di San Marco, che rientrava nel suo patrimonio personale. Adelasia, per redigere la lettera, adottò la carta perché non si trattava di un documento solenne, per i quali veniva ancora usata la pergamena, ma piuttosto di un atto di natura transitoria.

Ma per la prima cartiera, che fu quella di Fabriano nelle Marche, si dovettero aspettare nientemeno che gli anni Settanta del ‘200.

Certo, dopo di allora, le cartiere spuntarono come funghi, soprattutto dopo che tutti cominciarono a rendersi conto dell’enorme risparmio che l’uso della carta permetteva in luogo della pergamena .

La carta si faceva con gli stracci, e così fu fino al sec. XIX.

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Le cartiere sorgevano, e sorgono, vicino a corsi d’acqua perché nell’acqua si mettevano a macerare gli stracci di canapa e di lino utilizzati per fabbricare la carta.

I cenci venivano poi pestati nelle vasche e trasformati in poltiglia da magli azionati da ruote di mulino.

In queste vasche veniva immersa la forma, un telaio quadrato di legno cartaimgcostituito da fili di metallo che si intrecciavano a distanza di un paio di millimetri l’uno dall’altro.

I fili disposti in senso longitudinale si chiamano vergelle, in senso perpendicolare a queste ci sono i filoni. Si possono vedere bene se mettete in controluce il foglio di carta (antica) che avete in mano.

Si intravede anche la filigrana, una sorta di marchio di fabbrica, inventata proprio a Fabriano, per la quale venivano usati fili di ottone o di argento.stemma_filigranacucitura-filigrana-museo-carta-800x600

 

 

La forma veniva estratta dall’acqua e restava coperta dalla poltiglia: a questo punto, si procedeva all’asciugatura con l’esposizione all’aria e con feltri pressati.

 

Dall’Otcartiera3tocento in poi, l’enorme richiesta e quindi la maggiore produzione di libri, oltre al costante uso della carta anche nell’amministrazione, costrinse i produttori a cercare altre fonti. Dopo vari tentativi cominciò lo sfruttamento della cellulosa che dura ancora oggi.

 

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Lezioni semiserie di codicologia. 1

Dic 04

Lezioni semiserie di codicologia. 1

Per accontentare alcuni amici curiosi con tendenze all’autolesionismo, comincia oggi una breve serie di post illustrati dedicata all’allestimento di un codice di epoca medievale.

Dunque, come prima mossa, sarà stato necessario procurarsi il supporto scrittorio, cioè il materiale su cui si sarebbe scritto.

 

Per un lungo periodo venne utilizzata la pergamena, ottenuta dalla pelle degli ovini.

 

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Tra le ricette più antiche c’è quella conservata nel codice 490 della Biblioteca capitolare di Lucca. Scritto tra il 787 e l’816, questo manoscritto è importante per diversi motivi, un giorno, forse, ne parleremo, ma in questa occasione vorrei mettere in evidenza uno dei testi presenti nel codice.

Si tratta della raccolta cui il primo editore di questo codice, Ludovico Antonio Muratori (1672-1750), diede il lunghissimo e vorticoso titolo di Compositiones ad tingenda musiva, pelles et alia, ad deaurandum ferrum, ad mineralia, ad chrysographiam, ad glutina quaedam conficienda, aliaque artium documenta, ante annos nongentos scripta.

Tale raccolta è uno dei più antichi ricettari, contenente indicazioni per la preparazione di pigmenti, di inchiostri dorati e d’argento, per colorare pietre artificiali e vetri da mosaico, per tingere pelli e tessuti, per fare dorature e per la lavorazione di metalli e leghe; ma è possibile consultare anche ricette a scopo didattico e su molti altri argomenti, scritti senza ordine e da più copisti e di più autori.

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A scuola! Le voci dei bambini

Set 18

A scuola! Le voci dei bambini

«Cara mamma, ieri mi è arrivato il bel libro che voi, sempre buona con me, mi avete mandato. Ne lessi già qualche pagina, ma è veramente bello. Io studio con amore, e quando sento di far fatica, allora penso a voi mia dolce e buona mamma e mi faccio animo».

Cominciano le lezioni a scuola. La maggior parte dei bambini e dei ragazzi (specie da una certa età in poi…) non è proprio entusiasta del ritorno in classe, anche se poi tutti trovano il lato positivo, o almeno una forma di equilibrio, se vogliono arrivare fino a giugno in uno stato psicofisico discreto. E il piccolo Vittorio, nel 1907, scrive alla mamma che sarà il pensiero di lei e il libretto avuto in dono a dargli la forza di affrontare la fatica.

memoriecurioseÈ difficile trovare i testi dei bambini vissuti nei secoli precedenti all’Otto-Novecento: non erano considerati importanti, degni di essere conservati. Ciò che si è salvato si deve alla casualità o all’importanza della famiglia cui si apparteneva, o alla
straordinarietà con cui alcuni bambini erano capaci
di esprimersi, come nel caso di Antonio Stefano Cartari, che, a dire il vero, apparteneva a una famiglia di censo elevato di Roma ed aveva anche una grande padronanza delle sue capacità scrittorie e non solo, se a soli 11 anni poté cominciare a scrivere le sue Memorie curiose, annotando tutto ciò che vedeva e ascoltava intorno a lui.

A scuola si imparavano le buone maniere, a recitare le preghiere nel corso della giornata, e anche a leggere e a scrivere.

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