Una biblioteca può salvare un quartiere. Intervista con Donatella Natoli – 2
Apr 17
Vi presento Donatella Natoli
A dire il vero, Donatella ve l’ho già presentata nel post del 3 aprile, come una delle fondatrici e delle animatrici della Biblioteca dei bambini e dei ragazzi Le Balate , che potrete trovare nel quartiere dell’Albergheria, a Palermo, vicino al mercato Ballarò.
Oggi pubblicherò la parte dell’intervista dedicata alle attività della Biblioteca, prezioso gioiello della generosità e della professionalità di Donatella e di tutti coloro che lavorano con lei.
LA BIBLIOTECA DE LE BALATE
Come e perché si è costituita la biblioteca delle Balate?
Ho continuato a lavorare sul territorio, ancora in Ospedale. Con compagne e compagni di strada abbiamo sviluppato progetti con ragazzi con grave disagio, con donne emarginate, con mamme e bambini piccoli. Ancora adesso con tante compagne di allora ci siamo ritrovate e lavoriamo insieme in uno spazio bello, una chiesa della fine del 1700 trasformata in una biblioteca dei bambini e dei ragazzi, dove speriamo che possano sviluppare il loro pensiero e ritrovare una dimensione di armonia per la loro vita immediata, spesso stravolta, e per quella di donne e uomini adulti.
Uno stimolo molto importante alla nascita della Biblioteca è stato dato dalla introduzione in Italia del progetto “Nati per Leggere”. A Palermo, per iniziativa di due pediatri di base, Salvo Fedele e M. Grazia Lunetta, nel 1999 è stato organizzato un corso di formazione per pediatri ed operatori di base che volessero praticare la lettura ad alta voce come prevenzione dei disagi e per la promozione dello sviluppo di numerose capacità, rivolta ai bambini in età prescolare. Questo stimolo ha accelerato lo sbocco naturale di quel lungo lavoro sul territorio all’interno del Distretto socio-sanitario sperimentale.
Sapevo già che l’assenza di benessere trovava spazio nella scarsa conoscenza di sé, nella non abitudine ad ascoltarsi ed ad ascoltare ciò che ci sta attorno, nella mancanza di stimoli, di esperienze culturali significative, nelle relazioni interpersonali troppo brusche ed essenziali, senza nessuna modulazione per gestire le emozioni, tutto ciò spesso all’interno di famiglie che già soffrivano per una condizione socio-economica depressa.
Dunque, avete usato i libri..
La chiave per tentare di modificare le cose, che operava sul territorio, è sembrata il libro e la lettura, come strumento di conoscenza, da usare in maniera sapiente per stimolare mente e creatività, per imparare a guardarsi dentro e conoscere i propri desideri e sperimentare le proprie attitudini, ma anche come arma di riscatto per desiderare di uscire fuori dal vicolo e capire il mondo. E così l’8 marzo del 2007 è stata inaugurata la Biblioteca dei bambini e dei ragazzi Le Balate.
Io credo che la diversità rispetto ad altre biblioteche dipenda molto dal contesto e dal vissuto delle operatrici e degli operatori. L’idea di base è quella di accogliere il bambino o l’adulto nella sua interezza e usare il libro per rendere fattibile un contatto empatico, creativo, capace di suscitare stimoli e non semplicemente quella di accogliere un lettore.
Che tipo di accoglienza avete avuto dal quartiere?
L’accoglienza del quartiere è stata ottima (il distretto socio-sanitario era poco più in là), molti bambini del Distretto oggi sono i padri e le madri dei bambini che frequentano la Biblioteca, anche se inizialmente c’era stata una certa difficoltà a comprendere che cosa fosse una biblioteca. Non era un presidio sanitario, non era un doposcuola e neanche una ludoteca, termine che da poco avevano sentito alla televisione, e mi domandavano “allora che cos’è?”.
Chi sono le persone che vengono in biblioteca e quante sono?
La frequenza dei bambini varia nei periodi dell’anno, è molto più intensa in autunno-inverno, con 50-60 bambini e ragazzi al giorno, fra mattina e pomeriggio, scema verso fine maggio e in estate è necessario organizzare altro, letture in villa, stage in campagna, per continuare le attività. Organizzazione difficile ma che, in alcuni anni siamo riusciti a portare avanti con grande gioia nostra e dei bambini, infatti la dimensione di libertà data dagli spazi grandi, aperti è una sollecitazione straordinaria per elaborare, sperimentare, aprire tutti i sensi. La mattina vengono classi in orario scolastico dalla scuola dell’infanzia alle medie, ed ai licei (alternanza scuola-lavoro) ed è bellissimo riuscire ad incrociare i percorsi. Già negli anni passati, aderendo alla parte sperimentale delle materie di pedagogia dell’arte con il prof. Salvo Pitruzzella, autore di molti libri sull’argomento, avevamo fatto incrociare gli studenti dell’Accademia dell’arte di Palermo con classi elementari per sviluppare insieme attività artistiche e poetiche. Dall’anno scorso ed anche questo anno, con l’alternanza scuola-lavoro, prima sperimentale e quest’anno curriculare, lavoriamo con una classe del liceo psico-pedagogico Regina Margherita sulla scrittura creativa e sulla lettura compresa la lettura ad alta voce, con incursioni ed incroci fra liceali e classi di scuola elementare. Ma negli incontri mattutini con le scuole cerchiamo anche di entrare dentro i fatti che oggi intervengono più profondamente sul quartiere, sulla città e sulla sua vita sociale e culturale. Un percorso molto bello lo stiamo realizzando con due classi di V elementare, genitori e lavoratori del quartiere, dal titolo “Bambini ed adulti a piccoli passi. Una comunità competente per la cura del centro storico di Palermo”. Questo progetto, già sperimentato l’anno scorso come progetto pilota, lo stiamo ora realizzando nella sua pienezza: bambini e adulti insieme stanno studiando, osservando, visitando, disegnando e drammatizzando la storia scritta e la storia costruita del centro storico. Lo scopo finale è di renderli consapevoli ed orgogliosi del luogo in cui vivono per salvaguardarlo e curarlo, ma l’obiettivo è anche far sì che da questo nucleo di persone si diparta un contagio a più ampio raggio.
Il comune di Palermo ci ha anche coinvolti come struttura culturale negli itinerari arabo-normanni in occasione, quest’anno, della proclamazione di sito patrimonio dell’umanità della città di Palermo da parte dell’Unesco, e così siamo aperti anche nei fine settimana compresa la domenica mattina.
Nel pomeriggio la Biblioteca è aperta a tutti ed è gratuita, i bambini possono usufruire di laboratori organizzati per loro.
Nel tardo pomeriggio quest’anno siamo riusciti ad organizzare, sostenuti dalla casa Editrice Sellerio, incontri di Letterature migranti condotte da migranti presenti in città di diverse comunità, a questi incontri partecipano sia palermitani autoctoni che abitanti che provengono da diverse parti del mondo ma che ora vivono a Palermo, e pensiamo che questi bellissimi incontri che permettono una conoscenza ravvicinata siano fonti di una vera fratellanza e comprensione reciproca, a partire dal libro.
Che tipo di contributo (se c’è) danno le istituzioni politiche…
Credo che le istituzioni politiche non abbiano ben compreso che l’investimento sulla scuola e la cultura abbia una priorità assoluta soprattutto in città nelle quali i bambini dispersi scolasticamente e culturalmente, quasi fatalmente cadono nelle maglie di attività illegali più o meno organizzate, e che quindi la lotta alle mafie deve assolutamente passare per questo investimento. Senza contare che sforzarsi per dare opportunità culturali a tutti, fin dalla nascita, è un dovere per chiunque amministri, quale presupposto per la costruzione di una vita individuale libera ed autonoma e possibilmente felice, capace di dare un contributo sano alla comunità. La Biblioteca Le Balate, di proprietà della Curia arcivescovile, affidata ad una parrocchia e per conto di questa ad una Associazione, è di fatto privata anche se, nei comportamenti, è pubblica ed aperta.
L’Amministrazione Comunale ha più volte dichiarato di apprezzarla e negli ultimi tempi comincia a sostenerla. l’Amministrazione regionale ha concesso, per due volte volte, il piccolo contributo previsto per le biblioteche aperte al pubblico, dimostrando una sensibilità nei confronti delle attività, abbastanza straordinaria che quest’anno si è consolidata sostenendo l’attività nel suo complesso.
Ma forse non bastano…
Certamente questi piccoli riconoscimenti non sono sufficienti a mantenere in vita una struttura complessa, che rimane aperta per le azioni e i progetti portati avanti dai volontari e per il sostegno economico, dal basso: due crowdfunding sono andati a buon fine, persone ed Enti che credono nell’investimento sul benessere dei bambini continuano ad aiutarci.
Credo che le Amministrazioni potrebbero, apprezzando la Biblioteca Le Balate, renderla un modello replicabile e quindi permettere scambi e formazione per l’istituzione di altre strutture simili sul territorio, di cui la gente sente un gran bisogno. Il riconoscimento all’interno di una rete, unitamente ad un sostegno economico, che è pur sempre molto piccolo, a fronte dei servizi forniti, perché gran parte delle attività vengono svolte in regime di volontariato, renderebbe meno precaria la stabilità della struttura. Sono convinta, infatti, che all’interno dovrebbero operare professionisti regolarmente retribuiti, anche se riconosco che in luoghi come quelli della Biblioteca Le Balate è necessario un afflato sociale, culturale e politico particolare per rendere efficaci le azioni che si sviluppano.
Ho scoperto che le balate sono quelle pesantissime lastre di pietra o marmo, usate per le pavimentazioni urbane o per le costruzioni di antichi palazzi e monumenti, e anche che c’è un modo di dire “spaccare le balate”, che significa anche “superare gli ostacoli spaccandoli con la forza bruta“. Chiunque nella sua vita può scegliere di iniziare a spaccare le balate. Secondo alcuni la cosa essenziale da fare è smettere di frignare, rimboccarsi le maniche, guardarsi allo specchio e prendersi a schiaffi 2 ore al giorno per una settimana. Non è questo il modo di spaccare le balate che Donatella e gli altri hanno scelto nella Biblioteca , ma di certo non hanno mai frignato e si sono rimboccate le maniche. Non riesco a fare a meno di dire che debbano essere un esempio per chiunque di noi, e da molti punti di vista.