Viaggio in Inghilterra

Set 15

Non è semplice organizzare le visite a sedici biblioteche, concentrandole in dieci giorni. Soprattutto se bisogna coordinare sedici conversazioni in inglese con cui chiedere, fissare, verificare, ‘incastrare’ gli appuntamenti per poter consultare alcuni libri del Cinquecento conservati nelle biblioteche del Regno Unito.

Dopo questa prova veramente impegnativa, i dieci giorni che ho effettivamente trascorso a studiare nelle suddette sedici biblioteche sono stati come gradevoli passeggiate nella campagna inglese…

L’esperienza è stata molto interessante e stimolante. Sono entrata nelle biblioteche dei colleges di Cambridge e Oxford, ancora chiuse per le vacanze estive, ma aperte per permettermi di fare il mio lavoro. Sono stata nella spettacolare Bodleian Library, a Oxford, dove ho trovato bibliotecari assai preparati (e dotati di grande sense of humour…). A Londra, ho trascorso un paio di giorni davvero piacevoli alla British Library, complice un ospite d’eccezione come Stephen Parkin, curator dei fondi antichi, e ho scoperto l’esistenza di istituti con biblioteche assai ricche strettamente legati alla storia inglese, nemmeno troppo recente.

Sono realtà molto diverse dalle nostre e di certo godono della rilevanza che l’Inghilterra, da sempre, è in grado di dare agli investimenti sulla cultura.

Alle sedici biblioteche di conservazione, ho aggiunto, per il mio interesse e il mio piacere personale, una breve quanto intensa visita all’Idea Store di White Chapel, dove ho incontrato il suo fondatore, Sergio Dogliani. La forza, e l’efficacia, di quel progetto mi è apparsa in tutta la sua evidenza.

I ‘tradizionali’ servizi della biblioteca, che ha anche una sezione dedicata ai bambini e ai ragazzi molto vivace, sono arricchiti da un’offerta di 900 corsi (disponibili nelle cinque sedi degli Idea Stores, tutte nel quartiere di Tower Hamlets, sostenuti da fondi pubblici) che hanno come obiettivo la preparazione di persone che sentono il bisogno di conoscere meglio l’inglese, per integrarsi, oppure un mestiere, ma che creano spazi pure per coloro che desiderano avere nuovi strumenti per esprimere le proprie capacità, anche artistiche. In un quartiere come Tower Hamlets, molto grande e fatto di realtà diverse fra loro e spesso problematiche, gli Idea Stores fanno non poca differenza per la crescita culturale e dunque economico-sociale dei suoi abitanti.

Certo, gli inglesi che conoscono la propria realtà culturale ma anche quella dell’Italia, vedono le professionalità italiane decisamente più preparate e con un maggiore spessore, e devo dire che perlopiù è vero.

Ma essere molto preparati, essere degli esperti, aver costruito la propria professionalità con lacrime, sangue e passione in Italia ultimamente (ultimamente?) non ha molto senso. Vedere come siano sostenuti in Inghilterra gli istituti culturali e le biblioteche in particolare mi ha da un lato dato speranza, dall’altro mi ha preoccupato più di quanto già non sia, perché non è possibile che in Italia non ci si voglia rendere conto dell’annichilimento, e anche di una sempre più povera partecipazione sociale e politica, che dilaga anche a causa di una scarsissima cura, ma potrei dire di una sistematica avversione nei confronti di tutto ciò che è cultura, dalla scuola ai libri ai musei.

2 comments

  1. Domenico Ciccarello /

    Cara Adriana
    grazie per avere condiviso questo tuo viaggio così stimolante. La mia mente vola col pensiero al viaggio di due mesi tra Birmingham e Londra che ho potuto realizzare nel 2000 grazie a una borsa di studio della SSAB a parziale copertura delle spese affrontate. La GB negli anni del governo Blair aveva investito fortemente sull’infrastruttura digitale e sulla banda larga negli anni precedenti, e gli Idea store hanno perfezionato sul piano strategico e architettonico l’obiettivo di rendere il sistema delle biblioteche pubbliche ancora attuale, utile, attrattivo per tutte le fasce sociali di utenti. I sette piani della Biblioteca centrale di Birmingham, che mi stupirono per la forza dei numeri e dell’organizzazione, già non ci sono più (è stata appena inaugurata la nuova sede!). La nuova Peckham Library di Londra, inaugurata nel maggio 2000, ha cambiato radicalmente un quartiere. Gli esempi sarebbero infiniti. Verissimo anche tutto quanto dici sulle biblioteche storiche e su questo clamoroso paradosso tutto italiano: tante persone brave e competenti, tantissime prestigiose biblioteche storiche al collasso. Un abbraccio a te e in bocca al lupo per i tuoi studi. Domenico

    • Grazie Domenico, per aver raccontato la tua storia ‘inglese’ e per aver reso questo blog anche un luogo (o un non-luogo…) di scambi di esperienza.
      Il paradosso italiano andrebbe guarito ma temo manchi la volontà. Chissà perché risulta così difficile pensare alla cultura come un mezzo, una ricchezza con cui alcuni mangiano e altri imparano a mangiare…

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