Voglio essere libero

Ago 11

Voglio essere libero

 

Libero come un uomo, diceva Gaber, ma voglio essere libera anche come una donna. Che vuol dire essere liberi? Che vuol dire libertà? Il Dizionario Treccani propone molti significati, i primi nel senso opposto a prigionia, schiavitù. Uno Stato libero è quello che si governa con leggi proprie e non è asservito a una potenza straniera.

Poi, intuiamo come la libertà possa essere presunta o reale: si crede di essere liberi e invece soggiaciamo a regole, costrizioni (fisiche, morali, psicologiche) imposte da un’autorità, da comportamenti sociali, dal gruppo familiare, e via così. Non ce ne rendiamo conto fino in fondo, a volte, ma capita che si avverta un disagio cui non sappiamo dare il nome. La mancanza di libertà e anche l’aspirazione alla libertà portano dolore, perché la si cerca, ci si illude di averla, oppure perché per ottenerla si fanno sacrifici, rinunce, si rischia la vita. Si perde la vita: in guerra, in mare, in carcere. Nel passato e anche oggi. Ecco, a dirla così non sembra troppo interessante, la libertà.

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Abuso di memoria

Giu 16

Abuso di memoria

Cari i miei dieci lettori,

pur immaginando che non abbiate sentito la mia mancanza, vorrei scusarmi per la prolungata assenza da questi schermi. Torno a scrivere sul blog perché vorrei portare alla vostra attenzione alcuni argomenti che mi sono a cuore.

Vedo, sento, percepisco il bisogno (l’urgenza), il mio e quello di persone che conosco e incontro, di ricominciare da capo, di avere risposte ma anche di potermi procurare gli strumenti per fare domande, cioè per osservare con spirito critico ciò che stiamo vivendo e quindi reagire con efficacia.

Per questo, ancora come sempre ho fatto, insisto con il dire che è necessario ripartire dalla cultura, la cultura intesa come conoscenza e consapevolezza di sé e della complessità della realtà. Di più, vado oltre e vi annuncio che sto per parlare di storia.

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A che cosa serve la Storia?

Nov 09

Continua la serie delle domande epocali che abbiamo deciso di porci sin da quando abbiamo scoperto quanta gente in effetti mangi con la cultura.

Ora la domanda importante è: a che cosa serve la Storia?

A chiederselo sono milioni di studenti sbadiglianti davanti al manuale, o peggio, durante la lezione a scuola o in università, ma anche tutti coloro che alla Storia guardano con sospetto. La Storia è noiosa, è inutile, queste alcune delle obiezioni più diffuse: e poi, scusate, non servirà mica per mangiare!?!! Poi ci sono quelli più furbi che sanno benissimo quanto possa essere importante la conoscenza storica e allora la impediscono, la appiattiscono, la governano e incoraggiano la diffidenza.

Di fronte a tante difficoltà diventa complicato convincere giovani e adulti a leggere, ad ascoltare, a informarsi, a imparare, a rivolgersi alla Storia. Eppure è necessario, oserei dire vitale, provarci, e provarci con convinzione.

Perché?

Innanzitutto perché la conoscenza è una forma di piacere, anzi, è molte forme di piacere. Come tale, va condivisa. Le forme di piacere migliorano la qualità della nostra vita.

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