L’archivio che non c’era. Intervista con Agustín F. Del Valle Pantojo

Nov 26

L’archivio che non c’era. Intervista con Agustín F. Del Valle Pantojo

Vi presento Agustín F. Del Valle Pantojo

Agustín è il direttore dell’Archivio Comunale di Algeciras (provincia Cadice, Spagna), dove lavora dall’inizio del 2005. Laureato in Lettere (indirizzo Spagnolo) e Storia e Geografia (indirizzo Scienze e Tecniche Storiografiche), ha conseguito anche il diploma di “Especialista Universitario en Archivística”. Ha vissuto a Cagliari per diversi periodi, durante i quali ha imparato la lingua italiana e molto altro.

Bentornato in Italia, seppur virtualmente. Mi hai detto che ti consideri il ‘fondatore’ dell’Archivo municipal di Algeciras, in che senso?

Ad Algeciras non c’era un archivio e il sindaco incaricò me, che già lavoravo in Comune, di occuparmene. Mi sono trovato con un locale vuoto che ho dovuto arredare, con lo staff da cercare e il lavoro da organizzare da zero… Hanno chiesto a me di fare funzionare l’Archivio Comunale perché ero l’unico nell’organico ad avere la preparazione giusta.

Ecco perche mi considero il “fondatore”. All’inizio è stato difficile perché questo era un compito che nessuno voleva prendersi e molti consideravano l’archivio come un “magazzino delle carte vecchie” (“almacén de papeles viejos”), cosa che a me dava molto fastidio. Per fortuna, dopo aver visto come davvero funziona, adesso hanno capito non solo che cos’è un archivio e per che cosa si utilizza, ma ne hanno anche compreso l’importanza.

Raccontaci del tuo percorso per diventare archivista…

Sono arrivato al mondo degli archivi attraverso la ricerca storica. Mi affascinano i documenti antichi e mi piace provarmi nella interpretazione di diversi tipi di scrittura.

Dopo essermi laureato in Lettere, ho proseguito i miei studi con una laurea in Storia. Il mio primo viaggio in Italia è stato in questo periodo, grazie a una borsa di studio “Erasmus” presso l’Università degli Studi di Cagliari, indirizzo Storico e Artistico. Qui ho potuto seguire le lezioni di professori magnifici (Luisa D’Arienzo, Barbara Fois, Francesco Cesare Casula, Renata Serra…) e ho incontrato colleghi che poi sono diventati cari amici.

Nel 2000 ho vinto una borsa di ricerca del Convegno Bilaterale dei Ministero degli Affari Esteri d’Italia e Spagna ed eccomi di nuovo a Cagliari! In quel mio nuovo soggiorno andai presso l’Archivio di Stato di Cagliari per una ricerca paleografica e diplomatistica sulle Carte Reali della Corona d’Aragona lì conservate. Quindi sono ritornato in Spagna e ho finito il corso di Archivistica.

Come ti dicevo, poiché nella mia città non esisteva archivio, per studiare ed esercitarmi sono dovuto andare nell’archivio comunale di una città vicina, San Roque.

Infine, sono entrato a lavorare in Comune, e finalmente, nel 2005, ho avuto l’opportunità di aprire l’archivio per Algeciras.

Perché hai scelto di lavorare in archivio?

In realtà sono gli archivi che hanno scelto me. Come ricercatore e storico ero sempre immerso nelle carte d’ archivio, visto che la mia specializzazione è soprattutto paleografica e diplomatistica. Amo il lavoro preciso e tranquillo, e ogni tanto condivido le mie ricerche organizzando una mostra coi documenti.

Che materiale raccoglie l’Archivio in cui lavori?

I materiali sono legati per la maggior parte al Comune e alle sue diverse attività, naturalmente. I documenti più antichi risalgono al 1754 e riguardano il deposito nel quale il Comune conservava grano, semi e altri alimenti raccolti per rifornire la città.

Abbiamo anche il fondo dell’Archivio della Scuola d’Arte di Algeciras. Ci sono  documenti sugli italiani che sono emigrati qui nell’Ottocento, per guadagnarsi la vita con diversa fortuna. Alcuni hanno avviato attività commerciali, altri piccole industrie, altri ancora hanno comprato delle proprietà che hanno fatto fruttare. Alcune famiglie diventarono benestanti e i loro discendenti vivono ancora qui.

Com’è la situazione in Spagna degli archivi ?

Si può dire che la situazione degli archivi in Spagna va migliorando, seppur lentamente. La Pubblica Amministrazione ha fatto un grande lavoro, ma la strada è ancora lunga. Dobbiamo continuare a impegnarci in questa direzione anche per adeguarci alle nuove realtà, come la gestione elettronica della documentazione.

Qual è l’atteggiamento del governo e degli organi preposti?

Il Ministero di Cultura ha aperto gli Archivi Nazionali a tutti e, anche attraverso la rete, sta cercando di avvicinare il pubblico. Negli archivi comunali la realtà è diversa, ma c’è tanta pressione, sociale e professionale, che spinge per una maggiore consapevolezza del valore degli archivi.

Che cosa fanno gli archivi per avvicinare il pubblico?

Il pubblico spagnolo in genere non conosce la realtà degli archivi, ma c’è un grande sforzo per far conoscere i servizi che l’archivio offre e per condividere l’importanza del patrimonio conservato. Devo dire che questo impegno sta cominciando a dare risultati positivi.

È molto importante che l’archivio sia conosciuto anche da tutti i colleghi del Comune e della Pubblica Amministrazione, perché è qui che si cura l’ordine, la conservazione e il servizio di prestito dei documenti. È qui che si garantisce il buon funzionamento dell’ente pubblico.

E ad Algeciras che cosa fai per avvicinare i tuoi concittadini all’archivio?

Ad Algeciras un piccolo gruppo di ricercatori frequenta le nostre sale con assiduità, ma adesso accogliamo persone che vengono da noi con domande diverse, di carattere amministrativo, tecnico, culturale, giuridico… Periodicamente organizzo piccole mostre che sono molto ben accolte dai miei concittadini. Ognuna di queste affronta un argomento particolare: l’industria del sughero, l’urbanismo storico di Algeciras, il protocollo e gli atti pubblici del Comune, la storia del calcio locale, la famiglia Ottone e la sua fabbrica di pasta e di cioccolato, la Casa dei “Niños Expósitos” (bambini esposti). Anni fa abbiamo creato anche un fumetto ‘giallo’ in cui il mistero veniva svelato grazie a documenti conservati nel nostro archivio.

Infine, pubblichiamo anche una rivista che si chiama ARC, Archivo Municipal de Algeciras, in cui sono presentate iniziative e documenti sempre legati all’archivio.

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