Bibliotecari a ogni costo! Intervista con Valentina Mancini

Mar 05

Bibliotecari a ogni costo! Intervista con Valentina Mancini

Vi presento Valentina Mancini

“Mai avrei pensato oggi di trovarmi qui a raccontare la mia “storia da bibliotecaria”, perché, in verità, la scelta di questa strada è stata un vero e proprio salto nel vuoto!”. Valentina si diploma come Tecnico della grafica pubblicitaria, ma viene spronata a continuare gli studi finché un bel giorno ha trovato il suo spazio nei beni librari.

 

La passione per questo mestiere quando l’hai scoperta?FotoValentina

L’amore per questo mestiere è nato piano, ma è cresciuto nel tempo, anche grazie al prof. Mauro Guerrini che mi ha trasmesso la passione per la biblioteconomia. Nel 2014 sono diventata bibliotecaria a tutti gli effetti con la laurea in Scienze Archivistiche e Biblioteconomiche. Anzi, per dirla tutta, sono diventata bibliotecaria “su carta”.

Le vere motivazioni che mi spingono, ancora oggi, a lavorare per diventare una bibliotecaria sono molteplici, ma quella che considero fondamentale è che la biblioteca è quel luogo ricco di tutti i saperi e dove tutti sono uguali, dove non c’è discriminazione, una sorta di zona franca, dove tutti posso entrare liberamente e godere del sapere dell’umanità, contro le barbarie del mondo. E io sono quella figura (il bibliotecario) che rende possibile questo libero accesso alla conoscenza. Lo so che sembro una “paladina della giustizia” ma questa è la mia visione del “bibliotecario” che ahimé come tutti sappiamo, oggi non è sempre visto così.

Comincia dunque il tuo percorso nel mondo delle biblioteche. Un percorso, però, non proprio lineare, mi pare…

Dopo la laurea, ho svolto attività di volontariato presso il Centro studi politici e sociali Archivio storico “Il sessantotto” (Firenze) dove insieme ad altri “bibliotecari amici” siamo intervenuti nell’inventariazione della “biblioteca”; in cambio ci venivano offerti dei corsi di formazione biblioteconomici SDIAF (Sistema integrato documentario area fiorentina).

La collaborazione doveva essere di un solo mese, ma alla fine siamo rimasti per quasi un anno, nell’attesa di trovare altro. Ho anche seguito delle lezioni di restauro del libro a titolo gratuito da parte di un artigiano della periferia di Firenze. Infine dopo mille peripezie sono riuscita a entrare, di nuovo come volontaria, presso la Casa circondariale femminile di Empoli, che purtroppo ha chiuso nel luglio 2016. dav

Qui ho vissuto un’esperienza bellissima e ho conosciuto persone speciali. Con le ragazze detenute è nata una bellissima amicizia e con una di loro ho tentato di realizzare l’ardua impresa di creare una biblioteca all’interno della struttura. Ardua soprattutto a causa dei problemi burocratici, e infine della repentina chiusura del penitenziario, che ci ha impedito di portare a termine il nostro progetto.

Questa esperienza mi ha portato a riflettere più profondamente sulle potenzialità che possono offrire le biblioteche negli istituti di pena e così ho deciso di raccontarla, pubblicando la mia tesi magistrale La biblioteca di Caino. Realtà e storia delle biblioteche carcerarie italiane (Empoli, Ibiskos, 2016).

Ma perché il carcere?

Una scelta e soprattutto un’opportunità che non potevo lasciarmi sfuggire.

La mia tesi, che poi è diventata appunto un libro, era la chiave d’accesso, perché dopo aver faticato tanto per scriverla, volevo vedere e provare sulla mia pelle ciò che avevo elaborato su carta. È  un’esperienza professionale, ma ancor più di vita, un’esperienza speciale. A dirla tutta continuerei ancora la mia esperienza all’interno delle strutture penitenziarie, perché sono esperienze che ti arricchiscono come persona e come bibliotecario. In questo periodo non mi è permesso a causa di altri impegni e aggiungerei anche a causa della solita burocrazia, perché vi lascio immaginare quanto sia complesso, spesso,  riuscire ad accedere a determinate strutture.

Ma un lavoro retribuito è arrivato, o no?

biblioteca_comunale_certaldo_Dopo un anno di solo volontariato finalmente a fine 2015 riesco a svolgere un tirocinio retribuito presso la biblioteca comunale di Certaldo, in provincia di Firenze, dove avrei dovuto lavorare fino al 31 dicembre 2016. In realtà, vengo subito ‘intercettata’ dalla cooperativa che si occupa dei servizi in biblioteca e che si accorge della mia disponibilità e voglia di fare, e ora svolgo delle sostituzioni che mi portano in giro per le biblioteche del territorio e non solo. Viaggio per le biblioteche da Certaldo, Montaione e Siena e questo mio essere errante mi permette di fare moltissime esperienze tutte diverse tra loro, come nella biblioteca degli Intronati di Siena, grande e con tantissima utenza oppure nella biblioteca di Certaldo, molto più piccola ma con la sua utenza affezionatissima.

Quali sono le tue mansioni da ‘sostitutrice’?

Sono una bibliotecaria a tutti gli effetti, le mie mansioni vanno dal front-office alla ricollocazione e riordino dei volumi, alle attività di gestione e catalogazione.

Ecco cosa mi spinge a macinare chilometri e chilometri pur di lavorare in biblioteca: la passione per questo lavoro! Nonostante in Italia la situazione per un neo-laureato nei beni culturali sia assai complessa e assomiglia più che altro a una salita ripida da percorrere, non bisogna mollare mai e se io oggi sono qui è perché ho lottato e lotterò per essere una bibliotecaria.biblioteca-intronati-interno

E poi?

In tanti me lo chiedono… Onestamente adesso sto lavorando sodo per poter entrare nella cooperativa per cui sto svolgendo le sostituzioni.

Inoltre, vorrei continuare anche a scrivere saggi o articoli sulle biblioteche, per raccontarle, per dire a tutti quali momenti straordinari possono creare.

 

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